Marco ha fatto l’amore con Monica. Potrebbe essere l’inizio di una storia romantica e invece sono i primi passi verso un incubo. Perché Monica muore ammazzata. E perché Marco Dori, professore della scuola che lei frequentava, non è solo l’ultima persona che, secondo tutti, ha incontrato Monica, ma anche il principato sospettato del delitto di un’altra ragazza, uccisa tre anni prima. Il passato ritorna in varie forme: persecuzione per la vittima di un pregiudizio o condanna di un colpevole che non ha pagato fino in fondo? E chi è il signor G? Forse esiste solo in uno spettacolo teatrale di Giorgio Gaber e nelle pagine del diario di Monica. O forse no. Per Daniela Brondi, commissario di polizia a Mantova, il signor G è un’ombra a cui dare un volto, un rebus da decifrare per risolvere un interrogativo morale: Marco Dori ha mentito per tutta la vita? La sua, come quella di tanti altri personaggi legati alla vicenda, è stata davvero una vita sprecata? Le risposte si trovano nel nuovo libro di Biagio Proietti intitolato Una vita sprecata.

Biagio Proietti, autore e regista, è nato a Roma nel 1940. Fra le sue sceneggiature per il cinema, Fai in fretta ad uccidermi... ho freddo, La morte risale a ieri sera (da I milanesi ammazzano il sabato di Giorgio Scerbanenco), The Black Cat di Lucio Fulci, e Chewingum e Puro cashmere, che ha anche diretto. Nel ’70 ha inaugurato la stagione dei grandi gialli televisivi Rai, scrivendo Coralba, Come un uragano, Lungo il fiume e sull’acqua, Un certo Harry Brent, Ho incontrato un’ombra, Philo Vance e via via fino a Dov’è Anna? (pubblicato anche come romanzo da Rizzoli), record d’ascolto nel ’76. Sempre per la tv ha adattato Racconti fantastici da Edgar Allan Poe, Madame Bovary, e due serie di racconti del mistero Il filo e il labirinto e Il fascino dell’insolito. Nell’80 esordisce nella regia con Storia senza parole, premiato e trasmesso in tutto il mondo. Da allora, Proietti è anche regista delle proprie opere: L’armadio, La casa della follia, La mezzatinta, Miriam e Sound, con Peter Fonda. Per la radio ha scritto e diretto, fra l’altro, Il lungo addio e Aspetterò da Raymond Chandler e gli originali Tua per sempre Claudia e Così è la vita (coautrice la moglie, Diana Crispo). Per il teatro Proietti ha scritto, tra l’altro, L’ultimo incubo di Edgar Allan Poe, di cui ha curato anche la regia.

Premi: Gran Giallo Cattolica 1974 con Philo Vance; Miglior sceneggiato 1974 con Ho incontrato un’ombra; Miglior film tv 1981 con Storia senza parole; Mystfest 1981 con La casa della follia.

Una vita sprecata di Biagio Proietti, Dario Flaccovio, Pagg. 222, 13,00 euro, ISBN: 88-7758-579-9