L’avvocato Guerrieri non lo si può considerare un uomo speciale, anzi è uomo assolutamente normale, non un eroe e nemmeno un paladino della giustizia. Ma della giustizia ha un rispetto assoluto così pure dell’umanità; è per questa ragione che Guido Guerrieri, l'avvocato nato dalla fantasia del magistrato-scrittore Gianrico Carofiglio, non è un uomo affatto banale. I due thriller tv tratti dai bestseller di Carofiglio e pubblicati dalla Sellerio, Testimone inconsapevole e Ad occhi chiusi, sono stati prodotti dalla Palomar di Carlo Degli Esposti e diretti da Alberto Sironi e saranno in onda su Canale 5 nella prossima stagione televisiva. «Pugliese come me, questo Guerrieri» osserva l'attore protagonista, Emilio Solfrizzi. «Per dimostrare che era nel mio destino interpretarlo potrei dire che come Guerrieri sono appassionato di musica e ho il suo stesso senso dell'ironia, che ho una moglie avvocato, che sono amico da anni di Carofiglio, che ho studiato con metodo le tecniche di interrogatorio. Invece, più semplicemente, la vera affinità è che sono un tipo medio, esattamente come lui». Guerrieri è solo meno fortunato. «È stato lasciato dalla moglie, soffre pure di attacchi di panico. Però si ritrova coinvolto in due casi durissimi, quello di un extracomunitario accusato dell'omicidio di un bambino e quello di una ragazza perseguitata dall'ex fidanzato violento ma intoccabile perché figlio di un potente. E in queste due occasioni tira fuori gli attributi!». Accanto a Solfrizzi, c'è Chiara Muti nei panni di Margherita, ex alcolista e nuova compagna di Guerrieri, Stefano Dionisi e Margot Sikabonyi, rispettivamente nei panni del pazzo violento e della ex fidanzata da lui perseguitata. Le vicende sono ambientate perlopiù a Trani. “Questo perché la connotazione geografica è fondamentale nelle storie di Guerrieri» assicura il regista Alberto Sironi: lo stesso che ha dato vita, colori e aromi alla Sicilia televisiva del Commissario Montalbano. La Puglia, questa parte di Puglia, non è un semplice sfondo, è quasi un personaggio e sicuramente dà un'impronta netta alla vicenda. Ci sono analogie tra Montalbano e Guerrieri – prosegue Sironi, - entrambi sono irrimediabilmente intrisi degli umori della loro terra e non potrebbero stare altrove. Entrambi si muovono in paesi di provincia dalle atmosfere un po' ovattate. E, salvo rare eccezioni, senza motori. È una mia mania: che sia Vigàta o Trani, la mia regola è: via le automobili dalle inquadrature. E la differenza, sullo schermo, si fa sentire”.