La logica del delitto di G.K. Chesterton, Mondadori 2012.

Questa volta niente Padre Brown. Sedici racconti, otto con il poeta pittore Gabriel Gale, e otto con il signor Pond. Il primo è il detective della immaginazione, “Le mie non sono mai spiegazioni pratiche, perché io vedo prima la mente dell’uomo, e all’inizio non vedo neppure l’uomo a cui è collegata”. Un po’ strano, un po’ pazzo, insomma, capace di risolvere i misteri più assurdi perché ha “nella testa quel raggio di luna che porta le persone sulla strada della follia” ed è per questo che può seguirle. Pure una specie di “rivoluzionario” che lotta per gli altri, suo amico dottor Garth, abile medico con l’hobby della scienza, piccolo e brutto.

Il secondo è il signor Pond, funzionario statale, simile al laghetto di un giardino, “in superficie lindo e lucente”, ma sotto assai misterioso. Ha l’aspetto di un pesce con la barbetta, la fronte di Socrate, “miti occhi sporgenti”, talora sgranati, fissa come un gufo. Molti lo considerano una vera noia, racconta e racconta ma non va mai al sodo. Suo amico il capitano gigantesco Peter Patrick Gahagan, un “dongiovanni all’antica” che si mette nei guai (una volta è pure accusato di un omicidio), “allegro e svagato dandy irlandese”, che lo va a trovare in ufficio e non fa niente. Altro amico il diplomatico Hubert Wotton che si raccapriccia di fronte alle assurdità di Pond.

Oltre alla risoluzione dei vari casi, vengono discussi diversi argomenti che mettono in contrasto l’aridità razionale e l’immaginazione, la fotografia e la pittura, la teologia e il materialismo, e poi spunti sul trattamento schifoso degli ebrei da parte dei tedeschi, gli scioperi, il marxismo ecc…

Cultura, filosofia, storia, un volo della mente, una ironia ed un sorridere leggero, quasi levigato, l’esaltazione del paradosso e la convinzione che si possa arrivare alla verità senza tanti mezzi tecnici e scientifici, senza tanta foga di indagare. Basta saper ascoltare, osservare e…immaginare.

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