La collana “Il Giallo Mondadori” di giugno (n. 3192) presenta La fonte delle lacrime (Les Larmes de Sibyl, 2005) di Paul Halter.

La trama

Sulla costa della Cornovaglia sorge un piccolo villaggio. Il viaggiatore non potrebbe non rimanere impressionato dall’aspetto fosco e inospitale del luogo. Là dove la terra finisce tra le rocce a strapiombo sull’oceano sembra finire anche il mondo. In questa contrada solitaria, immersa in un lugubre grigiore, l’arrivo di Patrick Markale scuote la comunità. Costui riesce inspiegabilmente a ritrovare cose perdute e a risolvere misteri. Il tutto grazie al classico pendolo, accessorio immancabile nell’armamentario di ogni veggente che si rispetti. Ma non solo. Secondo una leggenda locale esiste una magica fonte le cui acque infonderebbero il dono della divinazione, e Markale la sta cercando per accrescere i suoi poteri extrasensoriali. O magari l’ha già trovata. L’ennesimo ciarlatano che approfitta della credulità popolare? Probabilmente sì, anche se persone insospettabili sono disposte a dargli credito. Per un giudizio definitivo si impone il ricorso a figure di comprovata solidità come il criminologo Alan Twist e l’ispettore Archibald Hurst di Scotland Yard. Almeno loro, quando bisognerà occuparsi di omicidi, non arretreranno davanti ai fantasmi del paranormale.

L’incipit

Spingendosi fino alla costa settentrionale della Cornovaglia, nessun viaggiatore riuscirebbe a non restare sorpreso dal suo aspetto feroce e inospitale: la terra sembra infatti ritrarsi di colpo e lasciare spazio a un bizzarro e impressionante caos di rocce, che sovrasta un mare perennemente agitato. Da quelle parti, un cartello che recasse l’iscrizione FINE DEL MONDO non stupirebbe nessuno.

Contemplare l'oceano grigio dall'alto di quella costa accidentata ispira inevitabilmente un sentimento di tristezza e di timore. L'acqua ha lo stesso colore scialbo del cielo, attraversato da nuvole dense e basse, scure come le rocce. Le case, d altro canto, composte da grossi blocchi di granito e ricoperte di ardesia, sembrano fondersi con il paesaggio pietroso. Appollaiati sugli altopiani o nascosti tra le fenditure delle falesie, i villaggi costieri paiono accettare il loro isolamento con una strana rassegnazione, che può d'altronde intravedersi sui volti stessi degli abitanti. Ma come stupirsene, vista la malinconia dei dintorni?

Il paesino di Chartham, al riguardo, è esemplare. Perfino nella stessa regione sono in pochi a sapere della sua esistenza. Si tratta di un borgo arroccato sulla costa selvaggia, più lugubre e desolato di altri, forse a causa del gemito lancinante del vento… Là, irto su un poggio isolato, il piccolo maniero di Old Hall sembra vegliare sulle altre abitazioni. Il suo aspetto martoriato sottolinea la rudezza dei dintorni, qualora ce ne fosse ancora bisogno, ma non è a questo che Patrick Markale pensava, mentre quel giorno percorreva il litorale. La brezza era un tantino fredda per la stagione. Ritenendo che le sue peregrinazioni fossero durate abbastanza, Patrick ormai aveva solo premura di trovare conforto nel calore di una locanda. Era notte quando varcò la soglia del Cigno Bianco.

L'autore

Alsaziano, Paul Halter ha sempre dichiarato la sua predilezione per John Dickson Carr, di cui si professa devoto ammiratore. Ha scritto il suo primo poliziesco, La quarta porta (Il Giallo Mondadori, n. 2438), nel 1987 e si è subito imposto, vincendo il Prix du Festival de Cognac, come uno dei maestri del “delitto di camera chiusa”.

Extra

All’interno, il racconto “Cardosa e lo sfratto del caffè Greco” di Carlo Parri.

Info

La fonte delle lacrime di Paul Halter (Il Giallo Mondadori n. 3192), 192 pagine, euro 5,90 – Traduzione di Angelo Petrella