La fonte delle lacrime di Paul Halter, Mondadori 2020.
19 giugno 1957. Già il remoto paesino di Chartam, arroccato sulla costa settentrionale della Cornovaglia, ha qualcosa di lugubre e sinistro “forse a causa del gemito lancinante del vento.” Ma anche Patrick Markale che ci si sta avviando, alto, biondo, calvo “ha qualcosa di strano nei suoi occhi chiari”, ovvero “qualcosa di magnetico che metteva a disagio e mal si confaceva al resto della sua persona.” E’ un sensitivo e, come vedremo, riuscirà a ritrovare oggetti perduti, risolvere misteri e predire disastri. Con l’aiuto di un semplice pendolino o anche di un solo bicchiere d’acqua. Il suo obiettivo ritrovare una misteriosa fonte magica, ovvero la fonte di Sibilla che avrebbe il potere della divinazione.
Altri personaggi Ruth Kendall, moglie del poliziotto Oliver Kendall. Hanno una figlia adottiva Sandra, molto bella, contesa tra Trevor e John Leighton figli di John e Deborah Leighton. Quest’ultima ha perso il figlio Henry caduto nella falesia per una raffica di vento, ma il corpo non fu mai ritrovato. Ogni notte si alza, corre lungo la falesia e invoca il suo nome. Da un po’ di tempo Sandra, che va spesso nella biblioteca di famiglia, è giù di corda e piange. Perché? Da che cosa è tormentata?…
Il criminologo Alan Twist, munito di pince nez, “di una magrezza sbalorditiva e dai superbi baffi rossicci” arriva, insieme all’amico ispettore Archibald Hurst “corpulento sessantenne dal volto sanguigno”, proprio nel paesino di Chartam per verificare le supposte doti del sensitivo. Che riuscirà ancora a sorprendere per le sue “intuizioni” sbalorditive e far arrestare, addirittura, i responsabili di certi casi irrisolti del presente e del passato. Incredibile. Un diabolico ciarlatano o un vero e proprio mago che ha già trovato la mitica fonte di Sibilla?…
Mentre Alan Twist sta cercando di capire l’incredibile mistero tra una tirata di pipa e una “succulenta torta di mele”, abbiamo le forze della natura, il vento, la nebbia, la pioggia, il tuono improvviso tese a creare anch’esse un’atmosfera da brivido. Gli avvenimenti precipitano, il morto ammazzato, la scogliera, la terribile scogliera, il dubbio, la luce improvvisa che nasce da una frase involontaria, novello dottor Watson, di Archibald. Ecco, allora, pronto il nostro criminologo a spiattellarci l’incredibile, complessa verità, in cui il mistero, l’occulto e il delitto impossibile vanno felicemente a braccetto come in un giallo classico che si rispetti.
Per I racconti del giallo ecco Cardosa e lo sfratto del caffè Greco di Carlo Parri. Roma, lunedì 2 settembre. Caldo afoso. Al caffè Greco che sta per essere sfrattato. Cardosa deve risolvere un problema di Matarò. Ha saputo di avere avuto una figlia da una ragazza di borgata che gli aveva detto di abortire. Ora è scomparsa. Bisogna cercarla. Cardosa si ritroverà ferito all’ospedale ma anche da lì continuerà la ricerca avvalendosi di ogni mezzo, consentito o meno, perché c’è invischiato il classico pezzo grosso…E allora occorrerà scatenare un putiferio per fargli fare una mossa falsa.
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