La collana “Il Giallo Mondadori” di agosto (n. 3194) presenta Torneranno alla luce (The Girl Next Door, 2014), di Ruth Rendell.

La trama

L’avevano scoperta da ragazzi in tempo di guerra, nel lontano 1944. Una cavità nel terreno che sembrava l’ingresso di una galleria. Poi dei gradini e una rete di cunicoli scavati nell’argilla rossiccia. Una sorta di piccolo paradiso per i loro giochi tra i verdi prati di Loughton, nell’Essex. Oggi, ormai anziani, vedono quel luogo dimenticato riaffiorare dalla nebbia dei ricordi. A riportarlo in superficie sono stati gli operai di un cantiere che, durante i lavori, hanno disseppellito casualmente un oggetto rimasto laggiù per decenni. Un barattolo di biscotti che non conteneva biscotti, ma due mani umane ridotte a scheletro. Una maschile e una femminile. Adesso la polizia ha bloccato tutto, in attesa di ricostruire l’origine dei macabri reperti. Forse un duplice omicidio del quale, complice il periodo bellico, nessuno ha mai avuto notizia? Saranno le indagini a fornire una risposta. Ma una cosa è certa. Le atrocità sepolte nei meandri del sottosuolo sono nulla a confronto di quelle annidate nel buio della mente.

L’incipit

Era un bell'uomo. Un bel ragazzo, diceva sempre sua madre, perché aveva cominciato a lodare il suo aspetto sin da quando aveva cinque anni. Prima di allora, era stato fatto oggetto dei soliti complimenti che ricevono tutti i bambini: “Che bel bimbo" e “Non è un amore?". Suo padre non c'era mai. Aveva lasciato la scuola a quattordici anni, allora era ancora possibile farlo, ed era andato a lavorare in una serra, in un macello e infine in una ditta di cosmetici. La figlia del padrone della ditta s'era innamorata di lui. Aveva vent'anni, all'epoca, e si sposarono. Il padre di Anita la minacciò di privarla dell'eredità che la nonna le aveva lasciato, ma poi s'impietosì e non diede seguito alla minaccia. Non era così tanto denaro, ma sufficiente per comprare una casa nella zona di The Hill a Loughton, ad appena dodici miglia da Londra ma praticamente in campagna. Woody, come sua madre e la moglie erano solite chiamarlo, usando il soprannome che gli aveva affibbiato originariamente un compagno di scuola, odiava il lavoro e pertanto decise che finché campava non si sarebbe più assoggettato a una tale tortura. Il denaro che era avanzato bastava per tirare avanti, ma non sapeva se sarebbe stato sufficiente per il resto della sua vita. Aveva solo ventitré anni.

A quei tempi, bisognava per forza regolarizzare un'unione con il matrimonio. Non si poteva fare altrimenti. Convivere era visto come una sorta di crimine. Per un paio d'anni furono una coppia abbastanza felice. Sua madre morì e lui ereditò la casa insieme a un po' di soldi. In seguito, morì anche il padre di Anita. Si moriva molto più giovani di adesso, negli anni Trenta. Essendo figlia unica, anche lei ereditò, e stavolta si trattò di un gruzzolo molto più consistente di quello che era toccato a Woody. Dato che non lavorava, Woody stava sempre a casa. Giustificava la cosa ai propri occhi dicendosi che lo faceva per controllare meglio sua moglie. Lei faceva continue spedizioni a Londra per comprare vestiti, andare dal parrucchiere e trascorrere il fine settimana, a suo dire, insieme alle sue vecchie compagne di scuola che adesso erano sposate. Lui non era invitato, in tali occasioni.

L'autrice

Ruth Rendell è nata a Londra nel 1930. Sposata due volte, è vissuta tra Londra e la casa di Polstead, un villaggio nel Suffolk. Ha scritto il suo primo romanzo, Lettere mortali, nel 1964. Oltre ai romanzi polizieschi con protagonista l’ispettore Wexford, la Rendell ha pubblicato una serie di romanzi di grande potenza e forte tensione psicologica. Tra questi La morte non sa leggere (Il Giallo Mondadori, n. 2121), Il volto del peccato (Il Giallo Mondadori, n. 2254), Il mistero della brughiera (Il Giallo Mondadori, n. 2311). L’autrice è scomparsa nel 2015.

Info

Torneranno alla luce di Ruth Rendell (Il Giallo Mondadori n. 3194), 256 pagine, euro 5,90 – Traduzione di Giuseppe Settanni