La taverna degli assassini di Marcello Simoni, Newton Compton 2023.

1 dicembre 1793. Tutto parte dal classico ritrovamento del morto ammazzato da parte di un personaggio che cammina con il cane. Precisamente da Cecco dell’Otre, maestro vignaiolo e fattore del ricco e influente barone Leonberto Calendimarca dei colli fiorentini, che si imbatte, lungo le vigne, in un cadavere di un uomo impigliato sotto il groviglio dei tralci di “una vite alta, bianca e nodosa che si ergeva in mezzo alle altre come una croce fatta di ossa.”Trattasi di Giovanni Villafranchi, agente di commercio del barone, scomparso mesi prima a cui era stata affidata la vendita del vino nei Paesi d’oltralpe. 

Per risolvere il macabro quesito viene chiamato al castello il noto investigatore del tempo Vitale Federici, cadetto di Montefeltro esiliato dalla sua terra, che aveva già espresso in varie occasioni la sua abilità in questo campo. Accompagnato dal discepolo Bernardo, giovane con gli occhiali figlio primogenito del conte della Vipera. E che il quesito sia piuttosto pericoloso verrà fuori subito la sera stessa dell’arrivo, il diciotto dicembre, quando Vitale si ritroverà avvelenato con il vino del barone…

La faccenda si complica anche se viene salvato dal medico di famiglia Moreno Santacroce, il terapeuta di Calendimarca, perché  ancora debole dovrà sfruttare l’appoggio del suo allievo e gettarlo nella pericolosa mischia che produrrà un altro morto ammazzato. E l’indagine diventa ancora più difficile per il nostro investigatore quando si ritrova di fronte Lucrezia, una sua vecchia fiamma dei tempi di Urbino, pronta a tormentarlo per ricreare quei momenti di felicepassione. E non sono meno importanti i risvolti storici del tempo, dati i difficili rapporti fra il Granducato toscano e la Repubblica rivoluzionaria francese, che diventeranno parte integrante della storia (ci sarà di mezzo anche Robespierre!).

Comunque sia il giovane Bernardo, aggirandosi nel castello, dove non mancano sfuggenti sagome oscure, e leggendo la corrispondenza di Villafranchi, riesce a scoprire notizie importanti per il suo maestro che alla fine, nel più classico dei classici, riunirà tutti i personaggi, compresa la baronessa naturalmente, in una stanza per la soluzione finale e la scoperta della verità. Che non è mai una cosa bella e può presentarsi, per chi la scopre, “con le sembianze di un mostro orrendo.”

Scrittura precisa, lineare, fluida senza inutili infiorettature di sorta. Ben sfruttati i vari cliché della letteratura poliziesca a creare tensione e sconcerto. Naturalmente non potrà mancare il classico “Elementare…”.

Buona lettura.