Sin dal finire del Seicento, il cappellano della prigione di Newgate (The Ordinary Chaplain, detto "The Ordinary"), dopo aver assistito i condannati a morte aveva il diritto di pubblicare il resoconto dei loro ultimi istanti e delle relative imprese delittuose. Queste narrazioni - in forma di pamphlets, venduti talvolta il giorno stesso dell'esecuzione - trovarono presto un largo pubblico, inducendo alcuni stampatori a raccoglierle in volume: nacque così, nel 1773, The Newgate Calendar, che conobbe numerose riedizioni. L'iniziativa venne ripresa da vari editori, i quali iniziarono la pubblicazione di opuscoli basati sui resoconti ufficiali dell'Old Bailey, il tribunale di Londra, arricchiti di particolari truculenti per soddisfare il morboso interesse del pubblico verso i criminali e le loro gesta. La località di Tyburn - oggi Marble Arch -, spesso menzionata insieme a Newgate negli annali del crimine, era nel Settecento lo scenario delle impiccagioni dei delinquenti comuni, mentre i prigionieri d'alto rango venivano giustiziati a Tower Hill mediante il taglio della testa. La popolarità delle esecuzioni era altissima, e l'occasione si trasformava in una sorta di kermesse. Spesso il condannato faceva "il discorso del patibolo", con cui era chiamato a riconoscere, insieme ai propri crimini, la giustizia della condanna. In questo modo il condannato incarnava, come osserva Michel Foucault nel saggio Sorvegliare e punire (Einaudi 1976), "sotto la morale apparente dell'esempio da non seguire, tutto un ricordo di lotte e di scontri" ingaggiati "contro la legge, contro i ricchi, i potenti, i magistrati, la polizia militare e la ronda di notte, contro l'esattoria e i suoi agenti", tutte istituzioni per cui il popolo certo non parteggiava. Non di rado, dopo l'esecuzione il condannato veniva celebrato come un santo, e la proclamazione postuma dei suoi delitti gli assicurava la gloria. Il pubblico settecentesco, quindi, vedeva nel criminale un malfattore e un eroe al contempo: ciò era dovuto all'estrazione popolare dello highwayman o bandito di strada, cui il comportamento deviante consentiva d'eludere un sicuro destino di povertà.