La sagoma del celebre investigatore Sherlock Holmes, lente alla mano e pipa in bocca di fronte ad una pigna di giornali, riprodotta sulla copertina, riassume efficacemente gli ultimi dieci anni di pignolerie di Mauro della Porta Raffo.

Era infatti il 5 settembre del 1996, quando il “Gran Pignolo” fece il suo debutto sul quotidiano “Il Foglio”. Il direttore Giuliano Ferrara” capì, prima di altri, la particolarità di questo segugio dello strafalcione che, senza timori reverenziali, faceva le pulci a grandi giornalisti e scrittori, tanto da riservargli una rubrica.

Può stare antipatico, può sembrare presuntuoso (anzi, un po' lo è), ma questo ex assicuratore laureato in legge, fervente liberale ed ex giocatore d’azzardo, che usa la matita rossa come una sciabola, ha avuto coraggio.

Mauro della Porta Raffo le ha suonate proprio a tutti. Sfogliando le pagine di Dieci anni di pignolerie (Edizioni Ares), in rigoroso ordine alfabetico sfilano le vittime eccellenti del “Gran Pignolo”: Augias, Biagi, Bocca, Camilleri, Carabba, Caretto (il primo ad essere pizzicato), Clerici, Colombo, Cordero, D'Alema, De Cresenzo (Luciano), D'Orrico, Eco, Elkann, Fallaci, Feltri, Fortichiari, Franchi, Goldoni, Granzotto, Grasso, Incisa di Camerana, Kezich, Magris, Maltese, Mereghetti, Merlo, Mieli, Mo, Molinari, Mura, Nascimbeni, Newbury, Ottone, Pasquino, Pirani, Placido (Beniamino), Porro, Riotta, Rodotà (Maria Laura),  Romano, Ronchey, Rondolino, Rushdie, Sartori, Scalfari (e non Scalfri, come invece riportato nell'indice), Serra, Spinelli, Teodori, Terzani, Torno, Tosatti, Veltroni, Villari, Zincone e Zucconi. Tra i suoi bersagli (così li definisce l’autore) anche il più grande di tutti: Indro Montanelli. A ciascuno il proprio errore.

Ad alcuni riserva una fredda e al tempo stesso sarcastica attenzione: «Il Maestro Enzo Biagi…l'emerito Maestro... ». Ad altri, invece, manifesta un sentito dispiacere per la sottolineatura negativa: «Spiace dover rilevare un errore di Gianni Mura - che seguiamo sempre con affetto …». Insomma, anche il “Gran Pignolo” ha un cuore. 

In molti casi, superato il primo e naturale permaloso impatto con i suoi bersagli, ne diventa amico. Come è accaduto a Luca Goldoni che, dopo una stroncatura in tema di boxe, ha deciso di scrivere un libro a quattro mani con il suo castigatore e firmato la prefazione della summa di pignolerie appena pubblicata.

Il complimento più bello per Mauro della Porta Raffo arriva, però, da Antonio Di Bella che nella sua testimonianza afferma: «La storia del giornalismo italiano è divisa in due parti: prima e dopo l’arrivo del “Gran Pignolo”…fino ad allora era consentito scrivere con una certa leggerezza…».

Nessuno passa indenne dal setaccio infallibile della sua memoria: «L’unico che mi ha corretto – dice con simpatica spocchia – è stato il “Gran Pignolo”».