Recentemente la casa editrice Lindau ha riproposto nelle librerie due volumi editi con due sue diverse etichette editoriali (Anteprima ed Edizioni L’Età dell’Acquario) due interessanti lavori di Simone Togneri. Si tratta dei romanzi Dio del Sagittario e Cose da non dire.
L’autore è nato è nato e vive a Barga, in provincia di Lucca, si è diplomato in pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze. La sua è una famiglia di musicisti e praticamente è cresciuto in mezzo alla musica, il disegno e la pittura sono state due passioni venute dopo a cui ha cercato di dare forma frequentando l’Accademia di Belle Arti. Avendo molte cose da dire ha scelto la scrittura come altro mezzo espressivo
I suoi gialli li ha ambientati a Firenze città dove ha vissuto per frequentare l’Accademia, che conosce molto bene in quanto afferma che se si vogliono rendere credibili le proprie storie, si devono svolgere in luoghi ben conosciuti.
Nel romanzo Dio del Sagittario gli ingredienti sono una Firenze un poco triste e cupa, un commissario duro e malinconico, un ex poliziotto ora insegnante di storia dell’arte ed un feroce serial killer che uccide ispirandosi ogni volta al martirio di un diverso santo. Personaggi ben delineati, ritmo serrato e trama coinvolgente.
In “Cose da non dire” l’azione si svolge sempre a Firenze, il protagonista è un giovane gioiellere si trova coinvolto e accusato di omicidio. E’ una trappola e non ha idea da chi è stata organizzata e perchè. Vicenda claustrofobica e alienante sino a una conclusione originale.
Ecco la “quarta” di Dio del Sagittario:
Un cadavere trafitto da quindici frecce, uno carbonizzato, un altro scorticato. Tre atroci delitti sconvolgono una Firenze livida e piovosa. C’è un assassino, un serial killer che tutti chiamano «il Sagittario». Colpisce le sue vittime seguendo un rituale crudele: le tortura e le uccide come alcuni celebri martiri cristiani, e prima di dissolversi senza lasciare tracce ricostruisce con i corpi le opere d’arte che li hanno rappresentati. Un macabro messaggio che nessuno riesce a decifrare.
Le indagini sono affidate al commissario Franco Mezzanotte, un poliziotto vecchio stampo che dopo la vicenda del Mostro ha sperato di non rivedere tanto sangue tutto insieme. Ma al suo fianco prende posto l’amico Simòn Renoir, ex poliziotto e ora docente all’Accademia di Belle Arti, omonimo del grande pittore impressionista e come lui dotato di un singolare spirito di osservazione che nelle indagini si trasformerà in prezioso intuito.
Sullo sfondo di una guerra al terrorismo che minaccia di sconvolgere il mondo, Simòn Renoir si butterà nella caccia al Sagittario spinto da un’insana voglia di riscatto che lo porterà a rivivere ciò che aveva cercato di dimenticare. Fino a rischiare la sua stessa vita pur di capire quali sconcertanti forme può assumere il Male. E nulla, dopo, potrà essere come prima.
... e la quarta di Cose da non dire:
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