Una strana coppia per chi come me li conosce, due autori non dissimulati sotto uno pseudonimo (come Fruttero & Lucentini, quindi, piuttosto che Dannay e Bennington Lee /Ellery Queen...) Ma, premessa atipica, Enzo Bartolone e Daniela Messi sono chiamati in prima persona a risolvere un enigma già nella composizione del romanzo:  risolvono l’enigma  o, per essere precisi, ne danno una possibile soluzione. Partendo da un incipit della giallista Gianna Baltaro (scomparsa nel gennaio 2008), ricompongono un mosaico e per farlo devono compiere un lavoro di osservazione e deduzione, proprio come suggerisce il metodo di Sherlock Holmes.

 

 “Tutta la famiglia del Regio notaio Giovanni Govoni si trovava riunita in sala da pranzo per la colazione del mattino e la copia del quotidiano, recapitata come di consueto dal custode del palazzo, giaceva aperta su un divanetto, lasciando in bella vista il testo che appariva imbarazzante per la moglie del professionista...”

 

Come scrive Giorgio Ballario nella prefazione, “Fin dalle prime righe è tutto chiaro. Il riferimento a La Stampa sottintende che siamo a Torino, e non potrebbe essere altrimenti. L’aggettivo ‘Regio’ anteposto al sostantivo ‘notaio’ ci dà l’indicazione che la narrazione si svolge nell’Italia monarchica d’anteguerra e la descrizione appena accennata del luogo  ci rimanda immediatamente a un ambiente facoltoso e alto borghese. L’artifizio dell’annuncio matrimoniale sul quotidiano, infine, fa subito immaginare un intrigo familiare.

Il commissario Martini farà il suo ingresso soltanto alcune pagine dopo, ma per i lettori fedeli di Gianna Baltaro è come se fosse già presente sin dalle prime righe, muto osservatore del piccolo dramma che sta per andare in scena nell’elegante salotto del Regio notaio. La cornice del romanzo è infatti quella tipica delle investigazioni di Martini: la Torino anni Trenta, lacerata tra i fasti ormai impolverati della Belle époque, le contraddizioni del regime fascista nel suo periodo più saldo e i presagi nefasti di un conflitto ancora lontano, ma in qualche modo annunciato...”

 

Enzo Bartolone e Daniela Messi sono stati gli editor delle 18 avventure del commissario Martini (...marginalmente, Enzo Bartolone è stato anche l’amico editore). Insieme a tutto lo staff della Editrice - Federico Alfonsetti, Paola Palumbo, Sonia Piloto di Castri, Nino Truglio - hanno contribuito alla pubblicazione delle ultime indagini del commissario e poi alle ristampe, rivedute e corrette dalla Baltaro ed editate sempre per i tipi della Edizioni Angolo Manzoni. Gli autori premettono: non vogliono né possono scrivere come Gianna Baltaro, vogliono renderle onore, facendo vivere le sue “creature”. Torino anni Trenta. Il commissario Martini. E si delinea qui, come possibile epigono o continuatore, la figura del commissario capo della Mobile, quel Vito Ferrando che acquista la personalità “rocciosa” di un commissario metropolitano, simile a Maigret sebbene nella interpretazione morbida di un Gino Cervi.

La trama? Fine anni Trenta, Torino, come s’è detto.

Tutto ha inizio con un annuncio inconsueto pubblicato su LA STAMPA, che dà l’avvio a una catena di eventi sempre più drammatici. Tra giardini ancora verdi in un ultimo scampolo d’estate, esponenti dell’alta borghesia torinese, musicisti e zingari, operai e nobili, innocenti antipatici e simpatici presunti colpevoli...

Andrea Martini indaga senza troppo dare nell’occhio, sempre in accordo con il capo della Mobile e facendosi aiutare dall’amico Aldo Morosini (curioso: un personaggio prestato dai gialli di un altro autore che qui scrive la prefazione, Giorgio Ballario). Martini non è più il rispettato e benvoluto ex commissario con libero accesso a qualsiasi ambiente. Deve difendersi, e per difendersi è costretto quasi a sdoppiarsi, in un gioco di specchi.

Gli indizi e i depistamenti sono disseminati con saggezza, sicché non è impossibile  indovinare il colpevole. Anche Martini ne tiene conto, aiutandosi con l’intuito e con un pizzico di fortuna. Ma il giallo è soprattutto d’atmosfera,  in una Italia alla svolta, tra leggi razziali e minacce di guerra. Questo clima incombente, un leggero inasprimento del tono, sono a loro volta indizi di un passaggio del “testimone”.

La strana coppia reggerà a una seconda prova? Io auspico di sì.

Un marito per Jolanda. Il commissario Martini e il caso delle nozze osteggiate

di Enzo Bartolone e Daniela Messi

2009 Edizioni Angolo Manzoni GRANDI CARATTERI - Giallo

pp. 256 euro 15,00 cm 15x21 ISBN 978-88-6204-060-0