La bella copertina e il fatto che uno dei personaggi giocasse a scacchi mi hanno attratto verso Mano Nera di Alberto Custerlina, B.C.Dalai 2010. Inizio fulminante con un assalto in piena regola attraverso vari tipi di arma. Sanja Karahasan, figlia di un ministro bosgnacco, è presa e sequestrata da un gruppo nazionalista della Mano Nera.

Stessa fine per la cugina Nadira mentre ritorna a casa dopo la visione di un film sui vampiri (vanno sempre di moda), costretta a collaborare per il furto della Haggadab, un antico manoscritto considerato il simbolo della multiculturalità del paese. Piano piano arrivano gli altri personaggi del libro, come Kostas Sideris, il Greco, torturato perché sveli il nascondiglio di Sanja e Ljudmilla, killer croata e cattolica integralista, detta la Santa, tutta presa dalla sua missione di uccidere i nemici di Dio “Assassini, atei, musulmani”. Figura forte e nello stesso un po’ rigida nella sua costruzione. In questo caso pagata dall’Uomo per liberare la figlia del ministro e riportare a casa Martin Markovic, il capo della Mano Nera, che si è fatto dare una “sistemata” da un chirurgo plastico ed ora si chiama Franko Frankovic (se ho capito bene). Di mezzo pure Darko Kavajan, un trafficone e Kirill Todorovski, il giocatore russo citato che…ma basta così.

Accanto alla vicenda politica si inseriscono le storie private, le sofferenze della guerra, le brutalità commesse dall’una e dall’altra parte (ricordi strazianti di Jovanka, la carceriera delle due prigioniere). Ma anche i ricordi di affetto e di amore, di Stipe per Sanja, di Hans per Ljudmilla che sono come una piccola luce nel gran buio dell’odio e della morte. Dopo la fuga delle due cugine (episodio dell’orso) altro movimento, scontri, uccisioni, colpi di scena (pure troppi, ma ormai mi conoscete) fino all’epilogo finale.

Argomento ostico, difficile da seguire per le varie etnie e i vari gruppi coinvolti. Un fraseggiare secco e senza tanti fronzoli mette in risalto odio, violenza, tradimento, guerra e morte.

Rimangono impressi degli spunti interessanti, qualche scena di movimento, qualche immagine isolata ma l’insieme un po’ sfugge e di tanto in tanto l’artificio si insinua nelle pieghe del sentimento e della passione. Pure qualche spiegazione più chiara in generale sarebbe stata certamente gradita. Almeno per il sottoscritto.

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it

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L’ultima mano di burraco

Messaggio in codice…

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