La donna ombra di Craig Rice, Mondadori 2011. Mettiamo un fantasma, o meglio un “fantasma” con le virgolette che si diverte ad apparire in qua e là per spaventare qualcuno e vendicarsi, cioè Anna Marie St Claire, accusata ingiustamente di omicidio e salvata all’ultimo momento dalla confessione dell’assassino stesso. Niente sedia elettrica ma la notizia della sua morte viene data ugualmente (non sveliamo il perché).

Mettiamo un avvocato irlandese sbevazzone e fumone (mio conio, fuma il sigaro), amante del gioco e delle belle donne, “un ometto tarchiato, coi capelli neri e il viso acceso”, sempre a corto di quattrini e un po’ (o parecchio) border line come Malone, che si innamora del suddetto “fantasma” dalle notevoli attrattive umane e lo aiuta a scoprire chi l’aveva incastrata.

Mettiamo un capitano della polizia di Chicago, “un tipo grande e grosso con i capelli che incominciavano a ingrigire intorno al viso acceso che virava al paonazzo quando usciva dai gangheri” che si chiama Daniel von Flanagan, sempre su di giri e in aspra lotta con il nostro avvocato (un classico). Fissato con la psicologia “La mia arma segreta è la psicologia”, “Ecco che la psicologia spiega tutto”, “La psicologia è alla base di tutte le azioni umane”, e via di seguito, sfortunato (i casi più astrusi capitano sempre a lui) e che non va tanto per il sottile “Devo arrestare qualcuno, anche se poi dovesse saltar fuori che mi sono sbagliato”.

Mettiamo una banda di estorsori che tiranneggiano alcuni amici di Malone, tra cui il proprietario di un casinò e quello del bar in cui parcheggia spesso l’avvocato (una infamia!) e insieme a questi un corpo assassinato che si sposta tranquillamente da un luogo all’altro (i cadaveri nei romanzi polizieschi non stanno mai fermi).

Mettiamoci altri corpi irrigiditi sparsi in qua e là, dubbi, tormenti, un po’ di movimento, qualche pistolettata, qualche bomba fatta scoppiare al momento giusto dove si trova proprio il nostro Malone (che la scampa, naturalmente).

Mettiamoci uno stile veloce e frizzante intriso con una punta di umorismo, un po’ di aggrovigliamento dei fatti, il colpo di scena finale con l’ulteriore colpo di scena finale a soppiantare il precedente colpo di scena finale.

Mettiamoci un pizzico di tensione, la voglia di scoprire chi è il capo degli estorsori, sprazzi di sorriso uniti a qualche smorfia del lettore di fronte a certe apparizioni improbabili del “fantasma” e a certe spiegazioni forzate (ma un po’ di fantasia va bene, via…).

Mettiamoci un titolo “La donna ombra” e un sottotitolo “Dal braccio della non-morte”. Per ultimo infiliamoci il nome dell’autrice Craig Rice e il gioco è fatto.

Dimenticavo, “I classici del Giallo Mondadori” eh!

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it

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