Il buon inverno (O Bom Inverno, 2011) è un interessante romanzo scritto dall’autore portoghese Joao Tordo. Il romanzo pur essendo stato pubblicato da qualche tempo merita una nostra segnalazione in quanto miscela molto abilmente la tram del giallo con quella del puro horror.

La frase che l’autore riporta più volte "E' di fronte alla paura che le persone rivelano se stesse" riporta esattamente quanto avverrà nel corso della narrazione.

I personaggi si trovano prigionieri in una grande villa a Sabaudia e dopo la morte del proprietario, Don Metsger, un produttore cinematografico di Hollywood, saranno presi dal terrore e questo porterà a galla il loro vero carattere, tutte le loro debolezze e quella parte di malvagità che alberga in ognuno di noi. Insomma la parte peggiore di ogni individuo.

Il personaggio che seguiremo in questa vicenda è un giovane scrittore che nella vita non ha ottenuto molto, anzi, è zoppo per un incidente, deluso dalla letteratura e tutto questo lo ha reso un pessimista.

Ha incontro casuale con un altro scrittore, Vincenzo Gentile, che lo invita a passare un certo periodo a Sabaudia nella villa di un produttore di Hollywood. Lui accetta nella speranza che da un suo libro ne possa essere tratto un film.

Arrivati alla villa, trovano altre persone anche loro in attesa dell’arrivo del produttore, un arrivo che avverrà podo dopo ma il produttore sarà trovato morto all’interno di una barca alla deriva del laghetto privato della villa.

Da quel momento, un collaboratore del produttore terrà tutti prigionieri per trovare a modo suo chi ha ucciso il suo datore di lavoro. Da qui inizia per tutti la paura che farà emergere la vera natura di ognuno....

un brano: 

«Posso certamente spiegare come sono capitato in Italia, quando il mio destino era di ritornare a Lisbona; come ho passato quel tempo in compagnia di sconosciuti che sono diventati miei simili e, più tardi, miei nemici; come Don Metzger finì per essere infilato nella gondola di una mongolfiera dopo essere morto; come quel pallone, imitando l'ultima volontà di un uccello ferito, percorse più di cento chilometri spinto dall'aria per poi precipitare al largo dell'isola di Ponza. Passo dopo passo, è possibile raccontare la storia, benché alla fine sembri impossibile comprenderla. Io non la capisco e la stessa cosa succede ai miei compagni di sventura - o perché sono morti, o perché per me hanno smesso di esistere, che in fondo è la stessa cosa».

L’autore: 

João Tordo è nato a Lisbona nel 1975. Dopo la laurea in Filosofia ha studiato giornalismo e scrittura creativa a Londra e a New York. Nel 2001 ha ottenuto il Young Talents Literature Award a Lisbona, città nella quale attualmente vive e lavora come giornalista, e nel 2009 il premio José Saramago per As três vidas (2008). Oltre che di Il Buon Inverno è autore di Hotel memória (2007). Le sue opere sono pubblicate in Francia, Brasile e Croazia.

la “quarta”: 

Un giovane e disilluso scrittore portoghese, reso zoppo da un incidente senza senso, accetta per denaro di partecipare a un incontro letterario a Budapest. Ma non immagina nemmeno dove lo porterà quella letteratura in cui non crede più.

Pur essendo un misantropo, il ragazzo si fa convincere dallo scrittore italiano Vincenzo Gentile, dalla sua fidanzata Olivia e da Nina, agente e compagna di un altro scrittore inglese il cui ultimo romanzo presto diventerà un film, a seguirli a Sabaudia, nella residenza estiva di un influente produttore cinematografico di Hollywood, Don Metzger.

Peccato che la vacanza promessa, quella che doveva portarli a contatto con il mondo dorato del cinema e del lusso, si trasformi pian piano in un paradossale incubo: i personaggi che, in attesa del padrone di casa, gozzoviglia­no nella villa – chiamata «Il Buon Inverno» – sono gente meschina e approfittatrice, ubriaca per gran parte del tempo. Tutti tranne la coppia italiana che bada alla casa e l’inquietante catalano Andrés Bosco, costruttore di mongolfiere e amico intimo di Metzger.

L’attesa del produttore finisce quando il suo cadavere viene ritrovato su una barca alla deriva nel lago privato del «Buon Inverno». Da quel momento, gli ospiti del paradiso terrestre diventano prigionieri del bosco che circonda la villa e saranno spinti dalla paura a mostrare la loro vera natura.

In questa storia dal ritmo in crescendo, João Tordo ha dimostrato un’eccezionale abilità nel mescolare gli ingredienti del giallo e dell’horror per creare invece un romanzo psicologico pieno di atmosfera.

Joao Tordo, Il buon inverno (O Bom Inverno, 2011)

Traduzione Luca Quadrio

Cavallo di Ferro, pagg. 287, euro 16,50