Non rimane che soffermarci su una constatazione di fatto: moda o tendenza che sia ormai sono molti, anzi moltissimi, gli autori che si cimentano nel genere storico. E il pubblico sembra gradire. A cosa è dovuto questo interesse verso la storia, forse oggi la nostra identità è così poco strutturata che abbiamo bisogno di guardare indietro, come diceva Churchill, per meglio comprendere il presente e proiettare in prospettiva un possibile futuro?

Sicuramente guardare indietro appare più rassicurante e forse talvolta lo si fa nella speranza di dimenticare il presente, se non ci piace. Il futuro invece è sulle ginocchia di Giove.

Ora che, in un modo o nell’altro, hai fatto determinate scelte, ti capita mai di sentirti in trappola? Ti chiedi mai se sarai capace, un giorno, di cimentarti con qualcosa di diverso o nutri mai il timore che anche facendolo resteresti in balia di quel personaggio o di quel periodo storico o di quella determinata ambientazione? È un rischio che si corre davvero, oppure un falso mito da sfatare?

No, un falso mito da sfatare. In passato ho scritto sui nostri tempi. Non trovo difficoltà a cambiare epoca e periodo, anche se di recente mi sono cimentata solo con dei racconti. Poi, se ci riflettiamo, l’ ieri è già storia.

Infine, giusto per non perdere i contatti con la “nostra” realtà, accendiamo un attimo un riflettore su quello che sarà il “dopo” romanzo. La promozione, si sa, spetta alla casa editrice, con la quale si possono intrattenere rapporti più o meno buoni, a seconda dei casi, ma la presenza dell’autore e il suo rapporto diretto con il pubblico, gli addetti ai lavori, i critici e i giornalisti è ancora importante. Oppure in quest’epoca di massificazione, comunicazione di massa su vasta scala e eccessivo ricambio di titoli e proposte in libreria, fatti i dovuti conti, diventa tutto inutile?

Certo se una casa editrice s’impegna nel lancio di un libro aiuta molto! Dopo, io continuo a credere che il contatto diretto autore, critica e lettori sia importante.

Ora che, in un certo senso, abbiamo contribuito a chiarire le idee agli autori in erba, quale delle tue opere ti sentiresti di consigliare come esercizio di lettura, e soprattutto “perché” ? In fondo, chissà mai, potrebbe essere davvero che, leggendoti, qualcuno possa carpire i tuoi segreti. Oppure pensi che è qualcosa che proprio non si possa fare, nemmeno volendo?

Quando un libro è stampato si scoprono sempre mille inezie che potevano farlo migliore. Consiglio forse L’oro dei Medici per l’avventura, La gemma del cardinale per l’amicizia e la devozione e L’uomo dagli occhi glauchi per il senso dell’onore. Ma a parte queste considerazioni, per il modo di affrontare l’intreccio tenendo sempre desta (almeno spero) la curiosità e l’attenzione del lettore.  ;;

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