Non ha davvero bisogno di presentazioni questo grande classico di Agatha Christie, ampiamente ristampato in Italia dal 1948 in poi. Stiamo parlando ovviamente di C’è un cadavere in biblioteca (The Body in the Library, 1942), in edicola questo mese per I Classici del Giallo Mondadori n. 1335.

     

Dalla quarta di copertina:

La ragazza è giovane, bella e biondissima. Indossa un abito da sera di satin bianco, con i lustrini. Il viso incipriato, le ciglia cariche di mascara, unghie laccate e labbra rosso sangue, sembra pronta per andare a un ballo. Invece è morta, strangolata. Incongrua e agghiacciante scoperta di una cameriera in un mattino qualunque, nella biblioteca del colonnello Bantry. Dolly, sua moglie, si affretta a chiedere aiuto a Miss Marple, perché sa bene che l’investigatrice dilettante di St Mary Mead è l’unica in grado di risolvere il mistero prima che le malelingue si mettano in moto. I poliziotti professionisti potranno indagare finché vogliono, ma non c’è partita con l’anziana zitella. Solo il suo intuito, il sottile ragionamento possono cogliere dettagli e tracciare collegamenti invisibili a occhio maschile. Nessuno meglio di lei conosce i meandri più oscuri del cuore e della mente.

     

Ecco un estratto:

Quando suonò il telefono Miss Marple stava vestendosi. La chiamata le mise addosso un po’ di agitazione. Infatti era un’ora insolita per le telefonate. Tanto metodica era la vita della contegnosa zitella che una chiamata imprevista costituiva per lei una fonte cospicua di vivide congetture.

“Povera me” si disse, guardando perplessa il trillante strumento. “Chissà chi può essere.”

Era consuetudine nel villaggio che le chiamate amichevoli tra vicini si facessero tra le nove e le nove e trenta, e che anche gli inviti e i piani della giornata si facessero pure a quell’ora. Era accaduto che il macellaio telefonasse prima delle nove se si era verificata una qualche crisi nel mercato della carne. Potevano esserci delle chiamate irregolari nel corso della giornata, ma era considerato poco corretto telefonare dopo le nove e mezzo di sera. Era pur vero che il nipote di Miss Marple, scrittore e, come tale, stravagante, talvolta chiamava alle ore più impensate, osando, una volta, telefonare a mezzanotte meno dieci. Ma quali che fossero le follie di Raymond West, l’alzarsi presto non vi era certo incluso. Né lui né alcun conoscente di Miss Marple avrebbero mai telefonato prima delle otto del mattino. O, più precisamente, alle otto meno un quarto.

Troppo presto per un telegramma, visto che l’ufficio postale apriva solo alle otto.

“Dev’essere uno sbaglio” decise la signorina.

     

Agatha Christie (1890-1976), creatrice di Hercule Poirot e di Miss Marple, nasce a Torquay, sulla costa inglese, da una famiglia agiata. Durante la Prima guerra mondiale presta servizio come crocerossina e nel 1920 pubblica il suo primo giallo: Poirot a Styles Court. A questo folgorante esordio seguono numerosissimi romanzi, racconti, testi teatrali e radiofonici. Dopo il divorzio dal primo marito, il pilota Archibald Christie, si risposa con l’archeologo Max Mallowan, con il quale intraprende diversi viaggi in Medio Oriente. Nel 1954 vince il Grand Master Award, nel 1955 il New York Drama Critics Circle Award e nel 1971 viene nominata dalla regina Elisabetta Dame dell’impero.

     

All’interno, il racconto Sotto un cielo distorto di Claudio Costa, vincitore del Premio GialloLatino 2013.

     

C’è un cadavere in biblioteca di Agatha Christie (I Classici del Giallo Mondadori n. 1335), 182 pagine, euro 4,90 - Traduzione di Alberto Tedeschi