- E’ straordinario come siano creduloni i contadini da queste parti! Non c’è praticamente nessuno di loro che non sarebbe pronto a giurare di aver visto una creatura come quella aggirarsi per le lande della brughiera. – Parlava sorridendo, ma mi parve di leggergli negli occhi che, dentro di sé, prendeva la questione più seriamente. – Quella storia aveva fatto una gran presa sull’immaginazione di Sir Charles, e non ho dubbi che abbia causato la sua tragica dipartita.

- Ma in che modo?

- I suoi nervi erano così scossi che la comparsa di un cane qualsiasi avrebbe potuto provocare un effetto fatale sul suo cuore malato. Immagino che abbia visto davvero qualcosa del genere, quell’ultima sera lungo il Viale dei Tassi. Temevo che potesse accadergli una disgrazia, perché ero molto affezionato al vecchio, e sapevo che aveva il cuore debole.

- Come lo sapeva?

- Me l’aveva detto il mio amico Mortimer.

- Dunque lei pensa che un cane abbia inseguito Sir Charles, e che di conseguenza lui sia morto di paura?

- Lei ha spiegazioni migliori?

- Non sono ancora giunto a una conclusione.

- E Mister Sherlock Holmes?

Queste parole mi lasciarono senza respiro per un istante, ma un’occhiata al viso placido e allo sguardo saldo del mio compagno rivelò che non aveva avuto intenzione di cogliermi di sorpresa.

- E’ inutile che facciamo finta di non conoscerla, Dottor Watson – proseguì. – I racconti delle imprese del suo investigatore sono arrivati fin quaggiù, e lei non avrebbe potuto rendere famoso lui senza diventare celebre lei stesso. Quando Mortimer mi ha detto il suo nome, non ha potuto celarmi la sua identità. Se lei è qui, ne consegue che Mister Sherlock Holmes si sta interessando personalmente alla faccenda, ed è naturale che io sia curioso di conoscere la sua opinione in proposito.

- Temo di non poter rispondere a questa domanda.

- Posso chiederle se lui ha intenzione di onorarci di persona con una visita?

- Al momento non puo’ lasciare la città. Si sta occupando di altri casi che richiedono la sua presenza sul posto.

- Che peccato! Potrebbe gettare un po’ di luce su quello che per noi è tanto oscuro. Ma per quanto riguarda invece le sue ricerche, non esiti a farmi sapere se posso esserle utile in qualche modo. Se avessi una minima idea sulla natura dei suoi sospetti, o su come si propone di svolgere le indagini, forse potrei offrirle fin d’ora qualche aiuto o consiglio.

- Le assicuro che sono venuto qui solo per accompagnare il mio amico, Sir henry, e che non ho bisogno di alcun genere d’aiuto.

- Eccellente! – approvò Stapleton. – Lei ha perfettamente ragione a essere cauto e discreto. E’ il giusto rimprovero per quella che capisco essere stata un’ingiustificabile intrusione, e le prometto che non farò più cenno alla questione.

Eravamo giunti al punto in cui una stretta striscia erbosa si staccava dalla strada e si addentrava serpeggiando nella brughiera. Sulla nostra destra si innalzava una ripida collina cosparsa di massi, che nei giorni andati era stata scavata per estrarne granito. La faccia che era girata verso di noi formava una scura parete rocciosa, con felci e rovi che crescevano nei suoi anfratti. Da un’altura in lontananza si levava volteggiando un grigio pennacchio di fumo.

- Una passeggiata non troppo impegnativa lungo questo sentiero ci porta a Merripit House – disse Stapleton. – Se potesse dedicarmi un’ora del suo tempo, sarei lieto di presentarle mia sorella.

- Il mio primo pensiero fu che dovevo tornare al fianco di Sir Henry. Ma poi mi ricordai la pila di carte e fatture che ingombravano la scrivania del suo studio. Di sicuro non potevo aiutarlo a sistemare quel genere di faccende. E Holmes mi aveva detto espressamente che dovevo studiare i vicini che abitavano nella brughiera. Accettai dunque l’invito di Stapleton, e ci incamminammo insieme lungo il sentiero.

- E’ un posto meraviglioso, la brughiera – riprese lui, guardando tutt’intorno i pendii ondulati, i lunghi flutti verdi dalle creste dentellate di granito che spumeggiavano in fantastici frangenti. – Non ci si stanca mai della brughiera. Lei non può immaginare quali meravigliosi segreti nasconda. E’ così vasta, e così spoglia, e così misteriosa.

- La conosce bene, dunque?

- Vivo qui solo da due anni. La gente del luogo mi definirebbe un nuovo arrivato. Siamo venuti ad abitare qui poco dopo che vi si era stabilito Sir Charles; ma i miei interessi mi hanno spinto a esplorare ogni angolo del territorio circostante, e credo siano in pochi a conoscere la brughiera meglio di me.

- E’ così difficile conoscerla bene?

- Molto difficile. Guardi, per esempio, questa grande pianura che si stende verso nord, con quelle strane colline che emergono qua e là. Nota niente di particolare?