È dal 1939 che il pubblico italiano ama i romanzi di Ngaio Marsh: a maggio arriva in edicola un suo grande titolo inedito, Vittime rituali (Spinsters in Jeopardy, o The Bride of Death, 1953), diciassettesima avventura del personaggio storico della Marsh, l’ispettore capo di Scotland Yard Roderick Alleyn.
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Dalla quarta di copertina:
Una figura velata da una tunica bianca che leva un coltello contro una donna inerme. È la visione spettrale che, oltre la finestra di un castello rischiarato dalla luna, scorge dal treno uno scioccato Roderick Alleyn. L’ispettore capo di Scotland Yard è ufficialmente in vacanza con moglie e figlio nel Sud della Francia, ma in realtà si trova sul posto per indagare su un giro di trafficanti, che potrebbe avere la sua base proprio nella fortezza teatro della sconvolgente scena. Là risiede l’enigmatico Oberon, leader di una confraternita dedita a pratiche esoteriche. Solo innocue messinscene o riti macabri di un culto che uccide? Toccherà ad Alleyn, muovendosi in incognito, scoprire se dietro le antiche mura si celi qualcosa che trascende la ragione o se invece operi un ben più prosaico racket della droga. E dovrà agire in fretta. Prima che qualcuno scelga la sua prossima vittima molto vicino a lui.
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