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Oggi le serie TV, quelle narrative e cinematografiche (007 in primis) hanno dato ragione alla mia idea. Ogni tanto un reboot ci vuole. Anche perché i gusti dei lettori, anche nell’ambito della stessa serie, sono vari. A uno piacciono le avventure orientali, all’altro quelle quasi hard boiled, all’altro i “caper”, all’altro ancora le storie classiche di spie. Ma è stata la volontà sin dal principio di cambiare non molto, ma un po’ tutte le volte, il registro che ha permesso avventure anomale come Gangland (che poi è stata fortunatissima e ha riportato i legami con l’Italia in primo piano) o Vladivostock Hit che alla fine è uno spin off con Antonia e non con il Professionista ed è un divertente mix tra lo spionaggio e certi thriller alla Hostel che andavano in quel periodo.

Così come abbiamo avuto avventure di guerra (la lunga digressione di Il grande colpo del Marsigliese durante la Seconda guerra mondiale abbinata al quasi western parzialmente ispirato a Rodriguez nello stesso romanzo).

Festeggiamo con i volumi che escono quest’anno, ma in questo mese di maggio abbiamo il numero dieci del “Professionista Story” (che di per sé è già un bel traguardo) che ripropone un’avventura mai ristampata Uno contro tutti che all’epoca fu un po’ una sfida a realizzare una storia tutta europea, io che avevo fatto dell’esotismo un vessillo. Anche questo era un piccolo cambiamento che ebbe successo e diede poi la via a molte altre avventure. Qui poi si mescolava la vendetta di Marny (da Marea rossa) al ricordo di un amore giovanile del Professionista. Rileggendo le bozze di quell’episodio che ricordavo solo per sommi capi, sorrido. C’è, trasfigurata ovviamente, un pezzo della vita dell’autore in quella vicenda. Ma non solo. Il ricordo, allora recente, di un soggiorno in Spagna e poi alcune letture di spionaggio transalpino (vi lascio il gusto di scoprire cosa) e tanta farina del mio sacco per una vicenda intricata al punto giusto per mettere il protagonista nella più classica delle situazioni. Braccato da tutti, persino dai suoi committenti (che in quel momento erano i servizi russi...), sospettato di essersi fregato un carico di rubli e diamanti.

Un ricordo affettuoso anche per Valentina che aveva il fisico e la grinta di Diane Venora nel remake di The Jackal. Riaffioravano ricordi dei viaggi in Grecia e di Amsterdam dove erano andato anni prima a studiare Thai Boxe. Si accompagna a questa lunga storia un episodio inedito del titolo Anaconda. Qui cambiamo registro. Centro America, giungle e città egualmente pericolose. Un richiamo alla cronaca forse non troppo conosciuto. Ricordo che pur inedito è ambientato nel ’99. Erano gli anni in cui al Qaeda restava un nemico dell’America ma aveva fallito (nel ’93) un attentato alle Twin Towers e messo a segno in Africa due micidiali attentati nel ’98. Bazzecole rispetto a ciò che sarebbe tenuto dopo, ma sufficienti a suscitare le pressioni dell’allora presidente Clinton su tutti i governi che aiutavano Bin Laden. In Sudan, lo Sceicco del Terrore perse una fortuna, derubato dai suoi stessi complici governanti timorosi di incorrere in sanzioni severe. Al Qaeda aveva bisogno di soldi, è un fatto accertato, e cominciò a battere altri inediti sentieri. Anaconda è anche questo. Non solo perché l’idea, invece, è prettamente avventurosa e ce l’avevo in testa da tantissimo tempo. Una storia di un noto fumetto western, ma una di quelle degli esordi, con i protagonisti bloccati dai nemici in un tempio del Mesoamerica infestato da un gigantesco anaconda. Mettete insieme la fascinazione di certe pagine di Dorsison (Long John Silver), alcuni filmacci con i serpentoni, la voglia di un’avventura combat nella foresta, i ricordi di un indimenticato viaggio in quelle regioni e le immancabili, letali femmine da combattimento e avrete un romanzo breve del genere richiesto per una paginazione di queste raccolte.

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Chiariamo un ultimo punto che mi vien spesso sottoposto. Le storie del Professionista si articolano in tre differenti formati, a seconda delle esigenze editoriali, ma non solo. Il romanzo classico che ha una lunghezza che varia, a seconda della complessità, dalle 230 alle 300 pagine. Sono le storie più lunghe che appaiono su Segretissimo in prima battuta e propongono intrecci vari di notevole complessità, ritmati dall’azione ma che richiedono un ampio respiro per svolgersi completamente.

Poi ci sono i romanzi brevi che costituiscono il nucleo degli inediti del Professionista story e variano tra le 110 e le 200 pagine a seconda delle necessità editoriali. Sono storie concepite sin da principio per essere più brevi. Detesto tagliare una vicenda, lascia sempre qualcosa di incompiuto. Parto da un’idea più semplice ma vi assicuro che anche in un numero di pagine più ristretto si può articolare una avventura autoconclusiva e di una certa complessità. Soluzione adottata anche per alcuni romanzi fuori collana da Pietrafredda a Nero criminale.