Cinquantunesima avventura del Principe delle Spie Malko Linge, in questa nuova ristampa di “Segretissimo SAS” (Mondadori), questo maggio in edicola: Mai di sabato (Le gardien d’Israël, 1978) del compianto Gérard de Villiers.

Per sapere TUTTO della vita editoriale italiana del personaggio, si rimanda agli Archivi di Uruk.

La trama

Un colonnello del KGB deciso a passare all’Occidente con la sua preziosa dote di informazioni è una manna dal cielo. La CIA è pronta ad accoglierlo a braccia aperte, preferibilmente vivo. Ma quando un proiettile stronca il tentativo, l’esplosiva rivelazione del traditore in punto di morte rischia di essere più un guaio che un colpo di fortuna. Difficile accettare come oro colato, senza prove concrete, l’idea che il capo di Stato maggiore dell’esercito israeliano sia un agente sovietico. Occorre inviare nel paese alleato un operativo in grado di scoprire se nelle ultime parole dell’aspirante transfuga c’è qualcosa di vero. Malko Linge, candidato perfetto per questo incarico, dovrà muoversi in punta di piedi tra Gerusalemme e Tel Aviv per non irritare un governo amico. Tenendo anche gli occhi ben aperti per non cadere vittima della prevedibile reazione di Mosca, che non ama certe interferenze. Insomma lo aspetta un campo minato dove un passo di troppo può costare molto caro. L’habitat naturale per il Principe delle Spie.

L’incipit

Quando erano rientrati insieme da Sardi's West, la giovane hostess dell'Aeroflot si era diretta con la massima naturalezza di questo mondo verso la camera da letto. E mentre Gregory Skripov accendeva il televisore, aveva incominciato a spogliarsi. Dopo aver versato della vodka in due bicchieri, Gregory l'aveva imitata rapidamente, e si era steso sul letto.

La giovane sovietica aveva un corpo muscoloso, cosce lunghe e forti e seni piccoli. I capelli color mogano incorniciavano una faccia piuttosto dura, dai lineamenti regolari. Solo la bocca, ben disegnata e carnosa, attirava lo sguardo.

Si era appena tolta uno spaventoso collant biancastro, quando Gregory le aveva detto con voce pacata: — Rimettiti le scarpe.

Valentina aveva obbedito senza far commenti ed era andata a coricarsi accanto a lui. Erano rimasti a lungo a bere, in silenzio, osservando distrattamente le immagini mute dell'ultimo spettacolo televisivo. Poi Gregory Skripov aveva intercettato uno sguardo sensuale di Valentina.

Adesso alzò leggermente la testa e, con la coda dell'occhio, guardò l’ora. Mezzanotte e mezzo. Lo stavano certamente già aspettando. Se non si strappava all'amplesso, l'indomani mattina avrebbe preso il volo 352 dell'Aeroflot per Mosca e sarebbe stato un uomo finito. Sarebbe piombato in un mondo terrificante e chiuso, senza speranza.

Riprese a pensare. Come sbarazzarsi di Valentina Sevchenko? Dal momento in cui aveva lasciato il suo ufficio alle Nazioni Unite, nella First Avenue, gli uomini del Dipartimento V non l'avevano perso d'occhio un istante. Nell'appartamento di fronte al suo, normalmente occupato da uno dei suoi colleghi sovietici alle Nazioni Unite, due membri del Dipartimento V, il Murder Inc del KGB, vegliavano pronti a intervenire brutalmente se avesse tentato di fuggire. Si trattava di Valery Pavlov e di Oleg Lianine. Ufficialmente, erano soltanto due membri della missione sovietica a Washington, venuti a passare il week-end a New York. Ma Gregory Skripov era un colonnello del KGB e apparteneva da diciassette anni alla “casa". Era un professionista troppo vecchio per lasciarsi ingannare dalle apparenze del suo improvviso richiamo a Mosca. Quel pedinamento era la conseguenza del suo brusco richiamo a Mosca per una conferenza del Primo Direttorato Generale del KGB, al quale partecipavano i sei aiutanti di Andropov. Ma Gregory non si faceva la minima illusione. Sarebbe finito direttamente in una cella della Lubianka. Conosceva troppo bene il procedimento per averlo applicato lui stesso ad altri "traditori". Si poneva un unica domanda. Gli "altri" erano stati imprudenti? Era vittima di una denuncia? Forse non lo avrebbe saputo mai.

L'autore:

Nato a Parigi nel 1929 da una famiglia di militari con ascendenze aristocratiche, Gérard de Villiers inizia la carriera come giornalista, dopo essersi laureato in Scienze politiche. Nel 1965 scrive il primo romanzo con protagonista SAS, Sua Altezza Serenissima Malko Linge: SAS a Istanbul. Seguiranno 200 avventure di SAS, e De Villiers introdurrà nella spy story elementi di sesso e di violenza prima sconosciuti. L’autore è scomparso nel 2013.

Info:

Mai di sabato di Gérard de Villiers (Segretissimo SAS n. 51), 176 pagine, euro 5,90 – Traduzione di Bruno Just Lazzari