L’orfanotrofio sul lago di Daniel G. Miller, Newton Compton 2025.
In prima persona dalla trentenne single coreana piuttosto minuta ma energica Hazel Cho investigatrice privata. Vive in un appartamentino al quinto piano a Chinatown con il coinquilino Kenny Shune, innamorato non corrisposto di lei, che sta studiando per diventare agente di polizia. Il lavoro non va molto bene fino a quando arriva Madeline Hemsley, una signora ricca e altezzosa con una allettante proposta: ritrovare la figlioccia Mia, della quale è tutore legale, scomparsa dalla casa di famiglia Saint Agnes su informazione del direttore Thomas Mackenzie vecchio amico di famiglia. In precedenza si è appoggiata al detective Richter che ha però smesso di indagare. Centomila dollari se risolve il caso entro otto giorni. Un bel gruzzoletto anche se la signora sembra nascondere qualcosa…
La nostra investigatrice privata ce la mette tutta iniziando i colloqui con il direttore della casa e con quelli che ci lavorano come Sonia Barreto direttrice dei servizi sociali, Gregory Goolsbee insegnante di canto e il sorvegliante Neil Paver. La sensazione è che anche questi personaggi nascondano qualcosa, sanno più di quello che dicono…
Occorre un colloquio con il detective Richter che ha seguito il caso. Sembra che Mia sia andata via spontaneamente e che nessuno voglia risolverlo. Perché?…Una brutta faccenda fino a quando esce fuori una parola ripetuta più volte, ovvero “Dionisio” (cosa vorrà dire?), e arriva l’incontro con il bell’uomo Andrew DuPont di famiglia ricca che sovvenziona la casa famiglia. Potrebbe nascere qualcosa…
Al centro la nostra spigliata e tenace Hazel Cho tra ciambelle e Red Bull, che ascolta e canta canzoni su canzoni, presa da tanti ricordi in una New York con le sue molteplici caratteristiche, vedi Manhattan e Chinatown. Una storia tra personaggi che non sono davvero quello che sembrano. E allora ecco spuntare la paura e il pericolo…
Buona lettura.







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