The Whitechapel Vampire è l’ennesimo episodio in cui Matt Frewer interpreta il segugio creato da Doyle. In questo nuovo lavoro ci troviamo catapultati nel 1892, dove nell’abbazia di Renfield Place - convivono frati e suore. Il fratello Sinlcair viene presto attaccato e ucciso da quello che pare essere un vampiro, che lascia due piccole punture sul collo della vittima. Holmes viene invitato dal fratello Marstoke, di recente rientrato dalla sua esperienza in Guyana, a Renfield Place per risolvere il caso. La critica, si diceva, non regala nulla all’interpretazione di Frewer. Sicuramente l’eccentricità di Brett può vantare la medaglia d’oro, ma almeno quel suo fare gravitava attorno ad una fervida intelligenza. Frewer, in questo film tv, fatica a convincere l’audience  persino di avere reali poteri deduttivi. Esistono poi delle incongruenze che irritano molto il fan, come la deduzione di Holmes, quando dice al frate Marstoke che nega di esssere uscito la notte: “Ma le sue scarpe sono consumate e coperte di palta”... Un frate... che indossa scarpe! Ma non dovrebbero essere sandali? E anche se fosse stato così, i frati sono gente povere e quindi qualsiasi cosa indossasse avrebbe potuto benissimo essere lisa e consumata, oltre che sporca. Dicendo così, Holmes non ha neppure pensato di umiliare il povero fraticello? Un’altra bella incongruenza è all’arrivo di Holmes nel West End, zona del monastero. Qui uno del posto gli si avvicina chiedendo se lì per investigare su “quegli assassinii del Vampiro”... Diamine, di morto a quel punto della storia c’è solo Padre Sinclair. Infine si segnala anche il commento fuori luogo che Holmes fa a Padre Marstoke, dopo il primo assassinio: “Il vostro nemico è di certo il più spietato e ingegnoso dei nemici!” Un’uscita del segugio davvero inusuale, perchè arriva prima ancora di aver esaminato il corpo e senza aver fatto nemmeno la più rudimentale ricerca di una qualsiasi evidenza... Speriamo che eventuali prossime produzioni valutino con più attenzione lo script e riconsiderino il ruolo di Matt Frewer.