James Moriarty: l'rcinemico di Holmes, il Napoleone del crimine, l’odiatissimo (e nei giorni di noia rimpianto) professore era il capo di un’organizzazione spietata e ramificata. Altissimo e magro, pallido, le spalle curve, aveva la fronte spaziosa e gli occhi profondamente infossati. Non c’era delitto in cui non avesse lo zampino, come “un ragno al centro di una ragnatela”. Eppure gli unici casi in cui i due si scontrarono furono FINA (con il duello alle cascate di Reichenbach la cui vera conclusione però sarebbe stata svelata solo in EMPT) e VALL.
Moriarty era un genio della matematica. Divenuto famoso per un trattato sul teorema del binomio scritto a 21 anni, si era poi ripetuto con “La dinamica di un asteroide”, di tale difficoltà che nessuno scienziato si era sentito all’altezza di recensirlo. Sebbene il suo stipendio ufficiale fosse di 700 sterline, si poteva permettere di pagare Moran 6000 sterline l’anno e di tenere nel suo studio un Greuze del valore di migliaia di sterline.
Secondo Trevor Hall il nome Moriarty ha una chiara discendenza irlandese. Lo stesso autore nota che quando si dice che il professore aveva avuto una cattedra in una antica e piccola città universitaria del Paese, si intende dell’Inghilterra e non di tutto il Regno Unito e la identifica perciò come l’Università di Durham.
Moriarty aveva almeno due fratelli: il primo era un capostazione nell’ovest dell’Inghilterra; il secondo era un colonnello. Morì il 4 maggio del 1891.
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