Uno dei fenomeni più in voga in questi ultimi tempi sono gli sbaciucchiamenti via internet. E non parlo di siti approntati allo scopo di instaurare rapporti amorosi più o meno spinti fra i sessi. No, parlo di siti o blog dedicati a ben altri obiettivi. In genere culturali dove si parla di libri e di scrittori. E’ proprio qui che si assiste ad una straripante fioritura di entusiastiche dimostrazioni di affetto. Un vero e proprio inno alla lode, all’esaltazione, alla mitizzazione.
Di chi? Ma dello scrittore (maschio o femmina che sia) da parte del lettore. Del SUO lettore, che si esalta e sdilinquisce in un elogio continuo. Il tuo racconto mi ha commosso, colpito, fatto vibrare, mi ha lasciato a bocca aperta, mi sento ancora struggere, ma come fai a trovare queste belle parole, uno stile semplicemente stupefacente, che grazia!, che arte sopraffina!, mamma mia quanto sei bravo!, un tocco di classe, la dimostrazione lampante che gli scrittori italiani non sono da meno di quelli stranieri, uh che idea ardita!, bello!, beeeello!, bellissimo! non cessi di stupirci e affascinarci, struggente e al tempo stesso crudele, intrigante, originale e classico, un libro meraviglioso, una chicca, un gioiello, una perla, da dove nasce la tua ispirazione?, quando scrivi?, dove scrivi, perché scrivi?, che cosa hai nel cassetto? che è come l’ultima pugnalata al petto di chi butta giù queste note.
E lo scrittore pronto a rispondere ora falsamente meravigliato, ora spavaldamente sicuro di se stesso, ora in brodo di giuggiole e dunque un continuo cicici-cicicia, uno sbaciucchiamento, un amoreggiare, un lusingare imperterrito peggio delle moine dell’Ottocento. Grazie per le tue belle parole, sono commosso, non credevo di meritare tanta attenzione, il tuo apprezzamento è uno sprone a fare ancora meglio, ah se non ci foste voi lettori!, me lo aspettavo, sapevo che ce l’avrei fatta, tanto sudore, tanti sacrifici, il successo non mi ha cambiato, sono sempre lo stesso, ho avuto il pallino di scrivere fin da bambino, scrivo soprattutto quando cala la sera, una specie di sussulto, una scossa elettrica, ho il mio angolo preferito, la critica ufficiale non mi capisce, noi scrittori italiani non abbiamo lo spazio adeguato, mi hai fatto commuovere, grazie, grazie ancora, le tue parole sono come un balsamo per le mie ferite, nel cassetto ho pronto un lavoro molto sofferto, non so se ce la faccio, che il cielo mi assista, mi viene da piangere, un bacio a tutti, vi abbraccio tutti, vi amo tutti.
Da strappassi le palle!
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