Il segreto di Lady Audley è il romanzo che ha reso famosa e ricchissima la scrittrice inglese Mary Elizabeth Maxwell Braddon. Pubblicato nel 1862, originariamente diviso in tre volumi, il segreto di Lady Auderly uscì contemporaneamente a una versione serializzata, pubblicata a puntate sui giornali britannici Robin Goodfellow e Sixpenny Magazine.

Mary Elizabeth Maxwell Braddon nacque nel cuore di Londra il 4 ottobre 1837 nel quartiere di Soho, i suoi genitori, entrambi di origini irlandesi, si separarono quando aveva solo tre anni a causa dell’inaffidabilità del padre, impiegato in uno studio di avvocati. Costrette a condurre una vita dal tenore molto modesto, madre e figlia cercarono diversi modi per sbarcare il lunario, e la giovane Mary Elizabeth decise di calcare le scene con il nome d'arte di Mary Seyton per tre anni, nei quali recitò soprattutto nei piccoli teatri di provincia. Fu autrice di circa settanta romanzi, direttrice di periodici famosi dell'epoca come «Belgravia».

Il romanzo segue le vicende del detective Robert Audley che cerca di scoprire cosa sia accaduto al suo amico George Talboys. Ma un ulteriore mistero lo dilania: chi è veramente Lucy Audley, la moglie di suo zio? Durante la sua ricerca, Robert deve fare i conti con le menzogne, l'inganno, e anche un tentato omicidio nei suoi confronti. Il segreto di Lady Audley gioca sulle inquietudini e la pruderie dell’Inghilterra vittoriana. Il fulcro della società del periodo era infatti la sfera domestica. La casa era considerata un rifugio dai pericoli esterni. Tuttavia, non sempre ciò che appare in un modo è proprio ciò che sembra: la donna apparentemente perfetta si rivela essere una violenta criminale, che non solo ha cercato di commettere un omicidio, ma è bigama e ha abbandonato il suo bambino. I crimini di Lady Audley turbano e insozzano la sfera domestica vittoriana, rimuovono la sicurezza della casa.

Sebbene il romanzo trattasse di temi scottanti (bigamia, omicidio e violenza sui minori), ebbe un grande successo. Si dice che la Braddon si sia costruita una villa dall’inqueitante nome di Lady Auderly Manor dal ricavato delle vendite. Il successo arrivò non solo perché il romanzo andava a scavare nell’universo torbido del retroscena borghese e aristocratico dell’epoca, ma anche perché sfatò il mito della "perfect lady/mother" e "domestic bliss". Lady Audley è in grado di cambiare la sua identità in una città, dove ognuno è effettivamente anonimo, alienato. La piccola cittadina di Audley non è più un rifugio dove ognuno conosce i suoi vicini, ma un luogo oscuro dove homo hominis lupus. Nel romanzo la donna che sembra incarnare la perfezione domestica dell’ideale vittoriano risulta poi essere, al contrario, una criminale senza scrupoli. Quella di Lady Audley è oltretutto una vicenda di classi sociali e una sorta di vademecum del comportamento vittoriano. Un manuale di "how to", in cui la pazzia sconvolge le regole. Ma Lady Audley non è affatto pazza. Molti critici hanno visto in lei un’antesignana del movimento femminista, una donna che ha solo deciso di prendere il controllo totale della sua vita, a ogni costo e a un prezzo altissimo. Il romanzo pare che sia ispirato alla vicenda giudiziaria di Constance Emily Kent. Constance era una giovane donna, appena sedici anni, che aveva confessato l’uccisione del suo bambino. Il Constance Kent case scatenò nel 1865 un vespaio di polemiche e di dissensi sui privilegi e sulla doppia morale nella disparità di trattamento tra uomo e donna. Constance, che durante il carcere si dedicò ai mosaici (alcuni dei quali si trovano nella cattedrale di Saint Paul a Londra) fu rilasciata nel 1885, a 41 anni.  Combiò il suo nome in Ruth Emilie Kaye.

Il primo impianto del plot di Lady Audley's Secret risale proprio al periodo del caso Kent. Constance Kent sembra incarnare e rivivere in molte delle protagoniste femminili del romanzo: l’assassina Lady Audley, la poco femminile Alica Audley, la timorata Phobe Marks, la solitaria Clara Talboys. Mentre Jack Whicher, l’investigatore che si occupò del caso Kent molti critici lo hanno equiparato a Robert Audley.

Tra gli altri romanzi della Braddon vanno ricordati:  Aurora Floyd (1863), John Marchmont’s Legacy (1863), Dead Men’s Shoes (1876), Vixen (1879), Asphodel (1881), London Pride (1896), e The Green Curtain (1911).

Elizabeth si sposò nel 1874 con John Maxwell, un editore con il quale conviveva, non appena la moglie di lui morì, dopo la degenza in un ospedale psichiatrico. Ebbero due figli, W.B. Maxwell e Gerald Maxwell che divennero anche loro romanzieri.