Geniali, estrosi, stravaganti, pericolosi e selvaggi, sono persone il cui carattere e le cui aspirazioni sono state talmente forti da travolgere ogni ostacolo posto sul loro cammino. Michelangelo, Benvenuto Cellini, James Cook, artisti, inventori, esploratori, scienziati, sovrani e consiglieri, uomini di stato e uomini di strada, figli d’arte o figli di nessuno. Qualsiasi sia stato il loro destino, qualsiasi fosse la strada gia segnata per loro, essi sono riusciti a stravolgerla e, contro ogni pronostico, ad approdare sulle spiaggie dorate del loro desiderio.

Persone speciali, ispirate, connotate da un’aura di follia, di genialità, volitive, ostinate, pervicacemente attaccate alle loro visioni, contro tutto e contro tutti, e proprio per questo vincenti.

Da Alessandro Magno a Napoleone, da Artemisia Gentileschi a Eleonora Duse, le tracce del loro passaggio non sono solo nei secoli della storia passata, ma anche nei nostri frenetici e congestionati tempi moderni.

È il caso di Howard Hughes, il genio miliardario, folle e ardimentoso, che di fatto ridisegnò la storia dell’aviazione e del cinema.

Fondatore di una delle più grandi compagnie aeree americane, autore di alcune delle più rivoluzionarie pellicole dell’era Holliwoodiana, aviatore spericolato ed ardito detentore di record e protagonista di trasvolate sperimentali. Il migliore dei suoi aerei ancora oggi è in forza presso l’aviazione americana, il più rivoluzionario dei suoi film presenta scene attualmente insuperate. A lui è dedicato The Aviator del 2004, diretto da Martin Scorsese ed interpretato da Leonardo Di Caprio, premiato con tre Golden Globe e cinque Premi Oscar.

Nato nel Texas, il 24 Dicembre del 1905 e morto in volo il 5 Aprile 1976, fu un grande aviatore, un geniale innovatore, un uomo ardimentoso e tenace, capace di imporre la sua volontà unicamente grazie alle sue doti caratteriali. Per niente diplomatico, estroso, folle e palesemente egocentrico non era persona che sapesse farsi amare né dalle grandi platee, né dal volubile pubblico, né dalle molte donne con cui intrattenne burrascose relazioni. Ma era un trascinatore, un genio capace di infondere negli altri le sue stesse passioni, un talento naturale irrefrenabile, giunto a solcare vette che prima del suo arrivo non erano state nemmeno concepite.

Dominato da tre grandi passioni, l’aviazione, il cinema e le belle donne, seppe affermarsi con il suo talento in molteplici campi, stabilendo record e sperimentando innovazioni ardimentose che tutte, nessuna esclusa, segnarono per sempre la storia degli Stati Uniti.

Ma tra tutte le sue passioni la più ambiziosa, la più devastante, quella che a più riprese quasi gli costò la vita fu l’aviazione, ed è infatti l’aviazione il settore che maggiormente deve eterno tributo a questo miliardario eccentrico e geniale che, nel tentativo di dare un senso alla sua vita, trasfuse impegno, dedizione e risorse personali, a costo di enormi sacrifici, nel tentativo, riuscitissimo, di scrivere una nuova e gloriosa pagina di storia per l’ arenautica americana.

Sarebbe certo stato contento se avesse saputo di essere destinato a morire in volo, anche se il suo ultimo trasferimento non fu motivato dalla sperimentazione di nuove rotte o al raggiungimento di un record, ma semplicemente dall’ultimo, ennesimo tentativo di ricolvere, con un ricovero, quella che fu al tempo stesso la più grande delle sue manie e la sua condanna definitiva. L’unica cosa che in pratica, per tutta la vita, lo separò dalla felicità.

Pilota, progettista e costruttore di aeroplani, produttore e regista cinematografico, raffinato, anche se notevolmente eccentrico, playboy, ammaliato dalle belle donne tanto quanto dalla liscia e seducente fusoliera di un apparecchio aereo, nel ventennio americano a cavallo degli anni 30 e 40, fu in assoluto l’uomo più ricco d’America. Erede di una delle maggiori fortune petrolifere di quegli anni, il suo patrimonio dell’epoca era considerato inestimabile e questo gli concesse il privilegio rarissimo di poter osare ovunque e dovunque tutto quello che gli suggerivano la sua fantasia e il suo prodigioso intuito.

Ma non fu solo il suo impero economico a generare l’incantesimo, non furono solo i pozzi di petrolio che riversavano incessantemente nelle sue casse denaro sonante a costruire il mito di un uomo che, sempre e comunque, riuscì nell’intento di realizzare, contro tutti, ogni suo singolo progetto.

Geniale, tenace, volitivivo, dotato di una personalità eccentrica ed effervescente, uomo dalle geniali intuizioni, contraddistinto da un coraggio che rasentava la spericolatezza, seppe rischiare la sua vita, il suo intero patrimonio, e la sua stessa incolumità fisica nel tentativo di realizzare un sogno. Riuscire là dove nessuno aveva mai tentato prima.