Questo volume è la traduzione italiana di Sherlock’s Home: the Empty House. Come per l’edizione inglese, il fine della pubblicazione è di espandere la raccolta fondi per finanziare il comitato Save Undershaw che si è opposto con successo alla trasformazione dell’ex casa dell’Agente Letterario Sir Arthur Conan Doyle in un blocco di appartamenti e che ora sta lavorando per studiare una soluzione che consenta di riportare l’edificio ad un uso pubblico, possibilmente quale museo. L’editore ha cercato, con una raccolta fondi su Kickstarter, di finanziare il progetto di traduzione in varie lingue tra le quali appunto l’italiano, e in più tedesco, spagnolo, olandese, francese e polacco.

Il lavoro di traduziione svolto dal team coordinato da Gabriele Caredda è stato buono, considerando che si trattava di materiale molto eterogeneo sia come qualità (si va da alcune storie veramente buone ad altre decisamente scadenti), sia come ambientazione (storie collocate nell’universo Canonico miste ad altre immerse nel setting della moderna serie BBC), sia infine come tipo (racconti, ma anche poesie). Se quindi è giustissima la scelta di usare il “tu” nelle storie ambientate nel XXI secolo dove i due protagonisti si chiamano per nome di battesimo, un po’ meno comprensibile appare l’uso alternato del “lei” e del “voi” (con una netta prevalenza del primo) negli apocrifi più classici. Ma si è probabilmente scelto di lasciare prevalere sensibilità e preferenze dei singoli traduttori.

La qualità della traduzione va testata sulle storie che anche nell’originale sono

le migliori, e qui l’esame è stato superato: ad eccezione di qualche piccola sbavatura, la resa in italiano della prosa di quei racconti che meglio riproducono lo stile watsoniano è ben fatta. Anche storie più sperimentali o narrate da altri punti di vista, come l’ottima La creatura e il suo creatore, sono tradotte bene e rispettando le atmosfere originali. Apprezzabile anche lo sforzo di rendere per quanto possibile le assonanze di poesie e versi spesso non certo indimenticabili.

Ero curioso di vedere come se la sarebbero cavata i traduttori alle prese con alcuni

giochi di parole difficili da rendere in italiano; in un caso (un racconto breve

che è poco più di una barzelletta) la difficoltà è stata risolta brillantemente. In un

altro, purtroppo, non è stato colto o forse è stato giudicato intraducibile il doppio

senso del nome di uno dei personaggi, e Dennis Velope (evidente allusione al

“development” che avrebbe dovuto cancellare Undershaw) rimane tale e quale.

Volendo fare le pulci, si potrebbe obiettare a come sono stati tradotti i passi

del Canone da LAST citati in L’ultima chiacchierata tranquilla e a qualche altra scelta non impeccabile, ma nel complesso il lavoro va giudicato positivamente.

Sherlock’s Home: La casa vuota, di AA.VV. – trad. di Gabriele Caredda, Claudia Colin, Fabia Mazzocchi, Cristiana Santini – MX Publishing, Londra, 2013. 251 pp, €

11,00. ISBN 9781780923628