Inizia nel 1986 la carriera letteraria del criminologo Alan Twist e del suo amico Archibald Hurst, ispettore di Scotland Yard: a raccontarne le vicende è lo scrittore francese Paul Halter.

Presenza costante de Il Giallo Mondadori, la sua bibliografia è però pubblicata a macchie di leopardo. Questo mese viene colmata una lacuna, in quanto il numero 3098 della storica collana presenta l’inedito Il demone di Dartmoor (Le diable de Dartmoor, 1993), ottavo titolo della saga.

L’autore dal 2004 è presente anche nell’americana “Ellery Queen’s Mystery Magazine” con storie brevi del suo Alan Twist, di cui purtroppo non si ha notizia in Italia.

      

Dalla quarta di copertina:

Tre ragazze morte, un anno dopo l’altro. Precipitate di notte da uno strapiombo nelle acque di un torrente. E i testimoni oculari ogni volta certi che le vittime siano state spinte nel vuoto da un essere invisibile. L’ennesimo mistero della brughiera per gli abitanti del villaggio di Stapleford, dove le superstizioni si tramandano di padre in figlio. Però a tutto c’è un limite, che viene raggiunto quando un giovane attore precipita da una finestra sotto gli occhi della moglie, di una collega e di altri presenti. Tutti concordi: è stata una mano dal nulla a spingerlo incontro alla morte. Al criminologo Alan Twist e all’ispettore Hurst di Scotland Yard, ora, l’arduo compito di discernere la realtà dalle allucinazioni. Scoprendo se davvero una creatura demoniaca infesti le lande sperdute del Dartmoor, o se piuttosto dietro agli omicidi non si celi una mente diabolica. Perché chi è convinto di avere visto un assassino invisibile potrebbe, semplicemente, non aver visto un assassino visibile.

      

Versione a fumetti della storia
Versione a fumetti della storia
Ecco un estratto:

Archibald Hurst, un cinquantenne florido e rubicondo, non andava praticamente mai a teatro. Il suo lavoro di ispettore di Scotland Yard gli dava di rado la possibilità di distrarsi.

Tutti i suoi colleghi sapevano che aveva il dono di incappare nei casi più assurdi e bizzarri, praticamente insolubili. Fortuna che il suo amico, il dottor Alan Twist, lo assisteva spesso nelle sue inchieste.

Questi era un noto criminologo, e aveva dovuto usare più astuzie per trascinarlo quella sera al Royal Theatre di quante ne avesse mai impiegate per smascherare un astuto assassino.

Alto e magro, Twist aveva un volto placido, illuminato dagli occhi chiari e benevoli dietro le spesse lenti degli occhiali.

— Sono lieto che abbiate accettato il mio suggerimento, e spero che verrete con me più spesso in futuro.

— Se ci saranno attori della classe di questo Manson, lo farò ben volentieri, credetemi.

      

Alsaziano, Paul Halter (classe 1956) ha sempre dichiarato la sua predilezione per John Dickson Carr, di cui si professa devoto ammiratore. Ha scritto il suo primo poliziesco, La quarta porta (Il Giallo Mondadori, n. 2438), nel 1987 e si è subito imposto, vincendo il Prix du Festivalde Cognac, come uno dei maestri del “delitto di camera chiusa”.

      

All’interno, il racconto La vedova Licitra di Vincenzo Vizzini.

      

Il demone di Dartmoor di Paul Halter (Il Giallo Mondadori n. 3098), 182 pagine, euro 4,90 - Traduzione di Igor Longo