L’angelo della morte di Nicholas Blake, Mondadori 2021.

Lo scrittore Dominic Eyre “È ora che racconti questa storia, anche se non so se mi deciderò mai a pubblicarla.” Una storia iniziata come un idillio, proseguita con i toni di una commedia e terminata in tragedia. Nell’Irlanda occidentale nel 1939 quasi trent’anni prima. Più precisamente a Charlottestown dove si è dovuto fermare per un guasto improvviso alla macchina. Nel bar di un albergo l’incontro fatale con Harriet (Harry) Leeson moglie di Flurry, dagli occhi verdi e i capelli rossastri, che gli dà l’impressione “di una qualche forza della natura o repressa o destinata a essere sprecata.”

Non la faccio lunga. La bella Harry ha messo gli occhi sul nostro scrittore e i due diventeranno amanti infuocati. Poi arrivano dei segnali inquietanti. Qualcuno ha buttato all’aria il cottage da lui affittato, sulla sua macchina da scrivere trova il messaggio “GIRA AL LARGO; SEI STATO AVVISATO” e una sera di giugno, dopo una cavalcata insieme ad Harry, sempre qualcuno gli spara colpendo il suo alto cappello. E non finisce qui perché si ritroverà stordito, legato e imbavagliato dentro la sua auto nella zona paludosa del paese. Salvato da padre Bresnihan che conosce i suoi rapporti con Harry.

Insomma chi ce l’ha con lui? Insieme al sovrintendente Concannon vengono valutate alcune possibilità fra cui, addirittura, quella di essere ritenuto una spia inglese in un momento particolare della storia con la guerra alle porte. Dubbi, tormenti, riflessioni, inquietudine instillati soprattutto dal prete che lo ritiene un peccatore fino a quando…fino a quando lui stesso troverà l’amante uccisa in un luogo dei loro incontri. E allora altri dubbi, altri assilli. Chi è l’assassino? Il marito? Il prete che voleva porre fine alla storia? Kevin, il fratello del marito già amante di Harriet? Sua moglie Maire che potrebbe aver scoperto la tresca? O, addirittura, lui stesso?…

La faccenda si complica ancora di più quando il cottage in cui abita prenderà fuoco. Fortunatamente mentre era nella casa di Flurry che vuole a tutti i costi trovare l’assassino della moglie. Ma non è finita che il sovrintendente Concannon scopre una lettera firmata dallo stesso Dominic in cui…Meglio fermarci qui.

Gran parte del libro è una continua navigazione nell’animo e nella psiche dello scrittore protagonista sballottato da una serie incredibile di eventi che lo rendono perplesso nei confronti degli altri e di se stesso. In un momento storico particolare quando sta per scoppiare la seconda guerra mondiale e ci sono in giro gruppi estremisti dell’IRA. Al centro l’amore, la passione, il sesso, la femme fatale capace di scatenare le reazioni più incredibili.

Per un giudizio complessivo bastano le parole scritte in copertina “Un capolavoro di analisi psicologica.

Per La storia del premio Tedeschi di Vincenzo Vizzini abbiamo i vincitori degli anni 2004/2006, ovvero Vittorio Paganini con Il sequestro, Massimo Pietroselli con Il palazzo del diavolo e Stefano Pigozzi con Metal detector.