WASHINGTON - È ufficiale, Sherlock Holmes appartiene a tutti. La Corte Suprema Usa si è rifiutata di esaminare il ricorso degli eredi dello scrittore britannico Arthur Conan Doyle, creatore del celebre investigatore, contro la pubblicazione di una raccolta basata sul personaggio. Secondo gli eredi, gli autori dovevano pagarne i diritti. Ma la Corte Suprema, riferiscono i media Usa, non ha accolto la richiesta rimandando alla decisione presa a giugno dal giudice della Corte d'Appello, Richard Posner, in base alla quale il personaggio del grande investigatore è ormai di 'proprietà pubblica' negli Usa e quindi non coperto dal copyright.

La vicenda si trascina dallo scorso anno, quando gli eredi di Conan Doyle chiesero del denaro alla casa editrice Pegasus per la pubblicazione di un'antologia dal titolo In the Company of Sherlock Holmes: Stories Inspired by the Holmes Canon di Laurie R. King e Leslie S. Klinger. Il libro è ora in vendita. Ma Klinger citò in giudizio gli eredi e vinse. La decisione della Corte Suprema di non ammettere ora il ricorso in pratica significa che non ci sono più opzioni in Usa per gli eredi per chiedere il riconoscimento dei diritti d'autore, salvo che per dieci storie pubblicate fra il 1923 e il 1927 tuttora coperte dal copyright.