La Adelphi riporta in libreria un grande noir firmato da Georges Simenon: In caso di disgrazia (En cas de malheur, 1956).

Da questo romanzo Jean Aurenche e Pierre Bost hanno tratto la sceneggiatura per il film La ragazza del peccato (En cas de malheur, 1958) di Claude Autant-Lara, con Jean Gabin e Brigitte Bardot.

La trama del 2001

La sera in cui Lucien Gobillot – uno dei più celebri avvocati di Parigi, la cui brillante carriera deve molto alle relazioni di sua moglie negli ambienti politici e mondani della capitale – riceve la visita di quella ragazza con «un viso da bambina e da vecchia allo stesso tempo, un misto di ingenuità e di astuzia … di innocenza e di vizio», cinica e palesemente pronta a tutto, ma anche, in un suo strano modo, commovente, che gli chiede di difenderla in un processo per tentata rapina, non immagina che la sua intera esistenza ne sarà sconvolta dalle fondamenta. A cominciare dalla ferrea, incrollabile complicità che per più di vent’anni lo ha legato alla moglie – la bella, la raffinata, la sprezzante Viviane. Con mano da maestro, Simenon ci fa percorrere tutte le tappe di un amour fou turbinoso e funesto, regalandoci uno dei suoi romanzi più intensamente erotici, più strazianti e appassionati. Scritto a Cannes nel 1955, "En cas de malheur" fu pubblicato l’anno seguente, e nel 1958 fu portato sullo schermo da Claude Autant-Lara.

La trama del 2018

«Alla luce di quanto oggi sappiamo della vita di Simenon, per sue dirette ammissioni, i turbamenti erotici del protagonista appaiono come un’adombrata liberatoria confessione: “Una fame di sesso puro, se così posso esprimermi senza far sorridere, ossia che prescindesse da qualsiasi considerazione sentimentale e passionale”. Sono le parole di Gobillot, di fronte all’irrefrenabile impulso che lo governa…».

PIERO GELLI

L'incipit

Domenica 6 novembre

Appena due ore fa, dopo colazione, nel salotto in cui eravamo passati a prendere il caffè, stavo in piedi davanti alla finestra, abbastanza vicino da avvertire la fredda umidità dei vetri, quando ho sentito mia moglie dire, dietro di me:

«Pensi di uscire, nel pomeriggio?».

Queste parole, così semplici e banali, mi sono parse cariche di significato, come se celassero un sottinteso che né io né Viviane osavamo esprimere. Ho esitato un po' prima di rispondere, non perché non sapessi che cosa intendevo fare, ma perché per un attimo sono rimasto sospeso in quell'universo un po' inquietante, anche se in fondo più reale del mondo di tutti i giorni, che dà l'impressione di scoprire l'altra faccia della vita.

Poi devo aver balbettato:

«No, oggi no».

Lei sa che non ho alcun motivo di uscire: l'ha intuito come tutto il resto; forse si tiene anche informata su ogni cosa che faccio. Non ce l'ho con lei, come lei non ce l'ha con me per quello che mi sta succedendo.

Nel momento in cui ha posto la domanda stavo guardando attraverso la pioggia fredda e scura che cade da tre giorni, anzi, dal giorno dei Morti, un barbone che andava e veniva sotto il Pont-Marie battendosi le mani sui fianchi per riscaldarsi. Fissavo soprattutto un mucchio di stracci nerastri addossato al muro di pietra, chiedendomi se si muoveva davvero o se si trattava di un'illusione dovuta al fremito dell'aria e al cadere della pioggia.

In effetti si muoveva, e ne ho avuto la certezza quando dai cenci è uscito un braccio, e subito dopo una testa di donna, gonfia e tutta scarmigliata. L'uomo ha smesso di passeggiare, si è girato verso la sua compagna per dirle qualcosa, e poi, mentre lei si metteva a sedere, è andato a prendere fra due sassi una bottiglia mezza vuota: gliel'ha data, e lei ha bevuto a canna.

In questi dieci anni, da quando siamo venuti ad abitare in quai d'Anjou, sull'île Saint-Louis, mi è capitato spesso di osservare i barboni. Ne ho visti di tutti i tipi, anche donne, ma era la prima volta che ne vedevo due comportarsi come una vera coppia. Perché la cosa mi ha colpito, facendomi pensare a un animale maschio e alla sua femmina rifugiati nella loro tana nel fondo di un bosco?

Info

In caso di disgrazia di Georges Simenon (Adelphi – Gli Adelphi), 177 pagine, euro 12,00 (in eBook, euro 6,99) – ISBN 9788845932779 – Traduzione di Laura Colombo