Sherlock Holmes-I baroni della birra di Christopher James, Mondadori 2022.

7 ottobre 1899. “Raggomitolato come un feto dentro la placenta, scorgemmo un uomo. Stava piegato in avanti, a faccia in giù, con la pelle orribilmente pallida, le ginocchia strette fra le braccia, la sommità del cranio quasi priva di capelli e la nuca esposta alla luce.” Una bella sorpresa per Sherlock e Watson, ovvero una consegna inaspettata di una grossa botte di birra in cui di birra non c’è nemmeno una goccia ma l’uomo descritto. Trattasi di Harold Butterworth, mastro birraio del birrificio Houghton’s di Burton-upon-Trent, accusato ingiustamente di avere avvelenato con la sua birra cinquanta soldati in India, di cui due sono morti. Perciò si è fatto sigillare nella botte da Eli Arkham, il bottaio più esperto, e spedire da Sherlock per essere aiutato a risolvere il problema.

Allora via tutti a Burton, capitale mondiale della birra, con Harold travestito da membro dell’Orchestra sinfonica di Praga. E qui anche il direttore Michael Houghton chiede l’aiuto del Nostro perché ormai i suoi metodi di preparazione della birra sono stati copiati e qualcuno vuole metterlo in crisi. Probabilmente una banda di bottai che agisce per conto di una ditta concorrente come la Everard di Londra. In più il fratello Anaxagoras Houghton accusa l’altro fratello Samuel di essere l’avvelenatore della birra ed arriva l’omicidio di Arkham morto per asfissia dentro una botte. Il problema da risolvere “assume una tremenda difficoltà”, anche perché di mezzo c’è pure una pregiata collezione di antichi reperti richiesti da un ricco marchese.

Il tutto dentro il quadro storico di una società che si sta trasformando e della lotta per l’emancipazione femminile guidata da Virginia Bilton che chiede il voto anche per le donne. Inoltre abbiamo la partecipazione all’indagine di  Gertrude Cresswell specialista del toboga, suonatrice di ukulele e investigatrice privata. Vedremo pure un Mycroft impazzito e conosceremo l’ispettore Hubble fissato con il rugby e la liquirizia.

Un bell’enigma da risolvere complicato da certe visioni particolari come un fantasma che si muove attraverso l’isola di Winshill e la scoperta delle impronte di qualcuno che cammina addirittura su tre gambe! In definitiva siamo di fronte ad un complesso intreccio di giallo classico e thriller movimentato e fantastico con scontri a fuoco, fughe perfino con la bicicletta pieghevole ideata dal capitano Gerard o inseguimenti mediante un semplice carrello su binari. Attraverso una scrittura adeguata alle varie situazioni (non manca neppure il momento del sorriso) e punteggiata dalle continue e inaspettate classiche intuizioni di Sherlock che mettono in crisi il povero Watson (che, però, riesce a vincere a scacchi!).

Ma chi è l’artefice di tutto l’ambaradan? Ecco, forse, forse ci siamo…è lui o lei…ma fugge…non è finita…c’è pure un gemello…e anche qualcuno che riesce a cavarsela…

Buona lettura.

Per saperne di più sull’autore leggere lo splendido articolo di Luigi Pachì Un’avventura nella patria della birra in Sotto la lente di Sherlock.