Il tempo corre piano di Enrico Luceri, Mondadori 2023.

Napoli, febbraio 1993. La signora Lucia Satriano è all’ospedale dove ha perso il suo bimbo tanto atteso. In crisi profonda non accetta nemmeno di vedere il suo primo marito. La ritroveremo nel novembre 2017 uccisa nella sua casa in via della Ninfa 5 da un colpo di pistola alla tempia. Sembra proprio il suicidio di una donna ormai sola (aveva perso il secondo marito cinque anni prima) e ammalata di una patologia neurodegenerativa. Ne sono convinti il medico legale Scalera e il magistrato dottor Pierannunzi, ma per il commissario Buonocore qualcosa non quadra. La donna ha cucinato la cena senza mangiarla, si è vestita elegante come se dovesse uscire, è sparito un foglietto strappato da una custodia d’argento e non ha lasciato un messaggio della sua decisione. Inoltre nessun abitante del palazzo ha sentito lo sparo. Strano davvero…

Intanto bisogna parlare proprio con i condomini per conoscere meglio la defunta, soprattutto con la collaboratrice domestica Raffaella Capasso che ha trovato il cadavere della signora Lucia. Si verrà dunque a sapere che era divorziata da Mauro Mileti e aveva sposato Osvaldo Lubrano, proprietario della galleria dei Veli ceduta nel 2010 a Massimo Picone con rendita vitalizia sull’utile. Soprattutto che era una donna rigorosa e intransigente, ultimamente “turbata, scontrosa, distratta”,non teneva ricordi personali come le fotografie,non amava il colore bianco “legato probabilmente a qualche evento sgradevole”, e forse era tormentata da un fatto gravissimo di cui aveva capito il senso solo da poco. Uccisa perché sapeva troppo? O forse perché sapeva poco?…

Con l’aiuto dell’ispettore capo Angela (Lina) Garzya esperta informatica Buonocoresetaccerà tutte le piste possibili, ascoltando altri personaggi fra cui il primo marito, il medico curante, il nuovo gallerista e l’attuale amica della defunta dalla quale si scopre che  ultimamente aveva cercato con insistenza una vecchia amica di gioventù. Perché? Occorre trovarla…

Dunque avremo un discreto salto temporale(nel frattempo c’è stato anche un tentativo di ricatto finito male), ricordi, qualcuno che aveva ucciso senza essere stato scoperto insiemeall’importanza di un quadro nella casa della defunta che mette i brividi solo a guardarlo. La vestale della morte. Attraverso una scrittura ferma, semplice, precisa senza tanti svolazzi inutili, Enrico Luceri è riuscito a creare un plot ben costruito con personaggi diversi dentro un’atmosfera grigia e tormentata. E quando tutto sembra risolto ecco Buonocore pronto ad afferrare il filo dell’aquilone che gli passa accanto. Ci siamo.

Sempre dello stesso autore all’interno il racconto Un gusto un po’ amaro di cose perdute.

Luglio 2018. Il commissario Buonocore si trova a Sorrento per un po’ di riposo consigliatoli dal medico. Sulla spiaggia di Marina Piccola ascolta da un giovane con la chitarra una canzone di Renato Carosone “Ho giocato tre numeri al lotto:25, 60 e 38…E, secondo la smorfia napoletana, l’ultimo numero significa ‘E mazzate. L’omicidio. Non ci sarà pace neppure in vacanza… 

Infatti viene a sapere dall’albergatore che una ragazza è stata uccisa in una stradina del centro. Chiaro che si troverà ad indagare con la polizia del luogo impersonata dal maresciallo Masullo. Ci troveremo di fronte a due indiziati e ad una storia di ragazze uccise nel passato con le stesse modalità. Qualcuno ce l’aveva fina con certe giovani e attraenti…

Tutto nebuloso fino a quando vicino a Buonocore passa il solito filo dell’aquilone.

Buona lettura.