Patto mortale di John Arnold, Mondadori 2024.

In prima persona dal vagabondo per le vie di Londra negli anni Trenta Philip Gilmour. Sembra proprio destinato ad una difficile, travagliata esistenza tra la pioggia e il vento che lo tormentano, quando ecco arrivare un vero e proprio colpo di fortuna. Quasi travolto da un’auto è soccorso, portato in casa di un marchese francese, curato e rifocillato. Non poteva capitargli di meglio! Il marchese De Cerennes dalla “figura sorprendente”, però, ha in serbo una proposta inaspettata. In cambio di una bella somma di denaro dovrà entrare di nascosto in una casa, prendere “un certo articolo” che gli interessa dentro una cassaforte e portarglielo. Altrimenti ritorna a dormire in strada…

Philip viene travolto da mille dubbi, domande e incertezze ma si vede costretto ad accettare. Compie ciò che gli era stato chiesto, individua la casa seguendo l’indirizzo proposto, apre la porta e…ai suoi piedi trova il corpo di un uomo morto, picchiato a sangue, in un angolo la cassaforte vuota e una ragazza (scopriremo essere la figlia Mary Jackson) pronta a sparargli!

Da qui le sue incredibili disavventure. Ma è un uomo tosto e vuole andare fino in fondo per trovare il vero assassino. Dovrà cambiare un po’ l’aspetto, nascondersi sotto falso nome e lasciare Londra tra continue fughe su fughe rischiando anche la vita. Unica speranza una lettera a Mary Jackson di cui si è innamorato per convincerla che non è l’assassino del padre, e scovare, magari insieme a lei, quello vero. Ce la farà?…

Per non scoprire troppo la trama aggiungo solo che ci sarà una caccia spietata ad un ladro di gioielli coinvolto nella storia. Saremo di fronte ad un ininterrotto stillicidio di pensieri e azioni, ad un thriller rocambolesco da ogni punto di vista. Sia all’esterno con le vicende narrate in un continuo, assillante movimento, che all’interno del protagonista.

Abbiamo poi il racconto Il vestito dello sbilf di Matteo Mantoani vincitore del premio Termini book festival 2023.

A Cjantelutis nella Repubblica di Venezia del 1782. Maddalena è stata uccisa in una grotta di Recoaro. Sulla roccia alcune scritte a rovescio come in un rituale demoniaco. Per il podestà Sandro una bella gatta da pelare. Deve fare svelto a risolvere il caso altrimenti arriva l’Inquisizione o l’esercito. Qualche idea nasce dal fatto che la donna se la intendeva con diversi uomini. O potrebbe essere stato addirittura lo sbilf, lo spiritello delle montagne come sostiene Anna, la sorella fuori di testa dell’uccisa? Oppure, oppure… ricordando la scritta ed uno schiaffo preso quando era andato dal conte del luogo… ecco l’idea…

Un inno alla libertà in tutti i sensi.