Bit contro Atomi? Che dire, con la Solid avevamo anticipato la scommessa a due-tre anni fa. Volevamo essere i primi ad avere delle collane di letteratura di genere disponibili sotto forma di bit. Ovviamente abbiamo perso. L’e-Book non è partito come doveva per variegate ragioni. Credo che la carta continuerà a esistere per molti anni ancora, alla faccia dei “pompieri” di Fahrenheit 451 di Ray Bradbury; -)Sherlock Holmes ha più di cento anni, e tuttavia l’interesse per le sue imprese non accenna a diminuire. So bene che su questo argomento si potrebbero scrivere saggi monumentali, tuttavia quali sono, a vostro parere, le principali ragioni di questa sorpendente longevità?

Su questo tema, hai ragione, si potrebbe scrivere un libro. E infatti… l’ho fatto! Nel saggio L’Universo di Sherlock Holmes (Solid Ed. 2001), affronto il tema da tanti punti di vista. Fondamentalmente il giallo deduttivo parte dalle avventure di Sherlock Holmes e quindi diviene tappa forzata – per chi prima, per chi poi - di chi legge gialli. Penso esista un profondo senso di riconoscimento verso l’opera di Sir Arthur Conan Doyle perché è stato l’antesignano di tutti i detective e ha saputo forgiare un personaggio non banale, che si apprezza non solo per la sua abilità abduttiva, ovvero il procedimento logico ipotetico-deduttivo, ma anche per i tanti difetti caratteriali e qualche piccolo vizio. Holmes è l’icona di tutta la detective story e non potrà mai passare inosservato nella storia delle letteratura, anche se la generazione di lettori si assottiglia sempre più, sostituita da abili giocatori di playstation.

Mi pare di notare che su SH si parli molto (e molto volentieri) di apocrifi. Anche questo, in fondo fa parte del fenomeno Holmes, un personaggio che resuscita dalle proprie ceneri, un gioco che coinvolge scrittori e lettori. Come risponde il vostro pubblico a questa “sfida” letteraria? Si lascia coinvolgere o fruisce passivamente del materiale presentato?

L’apocrifo porta con sé pro e contro. Prima di tutto deve essere scritto come se lo fosse stato da Conan Doyle. E questo è già un primo punto difficile da raggiungere, stilisticamente parlando. Ancora più difficile è creare una storia che possa inserirsi tra quelle del canone e non pesti i piedi a date scomode. Se scrivessimo un racconto bellissimo di Holmes, ma lo ambientassimo a Londra nel periodo del grande Iato (1891-1894), commetteremo un errore imperdonabile per gli sherlockiani in quanto in quel periodo il detective risulta essere morto, caduto nelle cascate di Reichenbach. Qui subentriamo un po’ noi che ci assorbiamo gli apocrifi degli autori e ne dobbiamo analizzare temi, periodi storici e stile. Torna quindi in auge il pesante lavoro di editing di cui accennavo all’inizio di questa intervista. Ovviamente tutto questo lo facciamo perché sappiamo anche che quando ci troviamo davanti a un nuovo caso da risolvere per Holmes, la curiosità di leggerlo è tanta per tutti, anche per i più fondamentalisti che snobbano l’arte dell’apocrifo, ma che in fondo lo leggono comunque. Holmes, grazie agli apocrifi, può di fatto continuare a vivere e agire come se fosse ancora qua in mezzo a tutti noi.

Non solo Holmes... infatti su SM trovano spazio altri detective “classici”, da Poirot a Nero Wolfe. Già ora l’accordo in atto con Mondadori fa di www.sherlockmagazine.it una sorta di vetrina della più classica delle collane “gialle”. Avete intenzione di ampliare questa collaborazione? A quando nei “Gialli Mondadori” una raccolta degli apocrifi di Sherlock Holmes scritti dai lettori del sito?: )

Non andiamo troppo in là. Mondadori ci ha permesso di fare il broadcasting con grande anticipo delle sue collane da edicola ogni mese. Per il nostro sito è certamente un piccolo scoop che si rinnova ogni volta che ci arrivano i sei nuovi titoli da presentare e le sei copertine dalle quali scegliere la più vicina al nostro target. Da qui a pensare che ci sia materiale per una loro antologia lo dubito fortemente. Anche perché facciamo già fatica a mettere assieme i racconti per la nostra rivista…Perché mai dovremmo darli alla “concorrenza”? Ovviamente scherzo, non possiamo pensare minimamente di comparare il nostro obiettivo con quello molto più commerciale di una “signora” Mondadori, e che ovviamente rispetto tantissimo perché ancora oggi permette di leggere autori, come ad esempio Anne Perry, che scrive ambientando le storie nella stessa Londra vittoriana di Conan Doyle, a prezzi popolari. Commercialmente parlando, non la vedo attendibile un’antologia di apocrifi italiani sulle loro testate da edicola. Almeno per il momento.

Progetti per il futuro?

Vorrei allungare la giornata a 48 ore, ma dubito di riuscirci. Il tempo non basta mai… Se proprio devo dirne una sono anni che mi piacerebbe portare i contenuti dei siti tematici che curo, quindi anche quello su Holmes e la detective story, in versione audio. Una sorta di network radiofonico on-line che permetta di accede a notizie non più da leggere ma da ascoltare. Per fare questo servono però potenti server, tanta banda e molto tempo. Tre cose che attualmente mi mancano davvero molto. Se ci fosse uno sponsor nei paraggi, però, si faccia avanti…