...  Del resto che cosa c’è di più suggestivo di una bella nevicata, di un gruppo di famiglia riunito in un interno, o di un caminetto crepitante in biblioteca? Per quasi tutti i  grandi nomi della letteratura di genere, scrivere un giallo di Natale è stato un richiamo irresistibile. Ed ecco allora una breve rassegna dei migliori casi di Giallo di Natale, Capodanno e Epifania. Come direbbe il maggiordomo, nella più pura tradizione del giallo classico “Signori il Delitto è servito!”.

Negli anni a cavallo tra il 1843 e il 1848 Charles Dickens compone cinque diversi racconti ambientati a Natale e poi pubblicati nella raccolta Christmas Books nel 1852. Il più famoso di tutti, Canto di Natale, è una grande favola gotica con vibranti accenti di denuncia sociale. La trama è nota quanto lineare, diviso in cinque parti il racconto narra la storia di Ebenexer Scrooge il tipico uomo d’affari gretto, ricco e misogino. Odia il Natale, odia la beneficenza, odia le perdite di tempo, tiranneggia dipendenti, amici e parenti ed è disposto, per affari, a passare sopra il cadavere, in senso figurato e non, di tutti i suoi possibili nemici o di chiunque possa in qualche modo ostacolare il suo cammino. Ma alla vigilia di Natale tre fantasmi si danno appuntamento al suo capezzale, lo spettro del Natale passato, quello del Natale presente e quello del Natale futuro e tutta la sua vita gli scorre davanti compreso il troppo prevedibile epilogo. La conversione è improvvisa, totale e a 360 gradi e l’effetto “magico” assicurato.

Nel 1885 anche Robert Louis Stevenson dedica al Natale uno dei suoi affascinanti e maliardi racconti brevi, recentemente riscoperto in una nuova traduzione. Markheim in realtà non è propriamente un giallo piuttosto un romanzo di introspezione psicologica piuttosto innovativo per l’epoca in cui fu scritto, sulla falsa riga del più famoso Dottor Jekill, un vero e proprio concentrato di emozioni per un personaggio diviso tra i due lati dell’abisso, che un giorno nel negozio di un antiquario, alla vigilia di Natale, mentre si consuma un delitto, impara a proprie spese che “tutti sono migliori della maschera che si vedono crescere addosso e che li soffoca”.

Nel 1939 Agatha Christie non smentisce la sua fama di giallista producendo uno dei suoi migliori romanzi anticonvenzionali ma perfetti, Il Natale di Poirot. Alla vigilia di Natale in un classico villaggio della tranquilla campagna inglese un vecchio e tirannico gentiluomo raduna attorno a sé tutti i parenti. Figli e nipoti, secondo i casi, o lo odiano, o meditano vendetta, oppure agognano disperatamente alla tanto desiderata eredità, ma al contrario del solito mentre i moventi sono vari e multiformi, nessuno dei convenuti ha il classico alibi di ferro e la polizia annaspa, fino a che, naturalmente, non viene convocato il geniale Poirot che risolverà il caso.

 

Nel 1947 la scrittrice americana Lillian de la Torre inaugura sulla scia di John Dickson Carr il nuovo filone storico del giallo classico, creando un originale quanto anomalo detective, tale Dottor Samuel Johnson di professione lessicografo, un gentiluomo inglese che si muove con una certa disinvoltura nella Londra del diciottesimo secolo risolvendo delitti misteriosi e casi enigmatici. Uno di questi enigmi irrisolti è ispirato a un vero caso di cronaca, tuttora insoluto. La misteriosa sparizione della domestica  Elizabeth Canning, scomparsa nel nulla in una sera di Capodanno nella fascinosa Inghilterra del Settecento e riapparsa un mese dopo, muta testimone di una terribile esperienza. La serva scomparsa, di Lillian de la Torre appare per la prima volta sulla rivista del mistero di Ellery Queen per essere poi riproposto successivamente nella collana dei Gialli Mondatori. Sul caso Canning, che è in effetti uno degli enigmi irrisolti del diciottesimo secolo, ha indagato nel 1948 anche la scrittrice Josephine Tey in un versione romanzata del moderno True Crime, attualizzando la vicenda e trasportandola in ambito contemporaneo, e al tempo stesso offrendo una nuova e originale soluzione al problema.

Nel 1956 Rex Stout con il suo Natale di Morte ci propone una versione davvero inedita dell’inossidabile coppia Nero Wolfe e Archie Goodwin in un’avventura che si snoda secondo gli standard classici del grande autore ma al tempo stesso sa stupire con mirabolanti effetti speciali. Archie Goodwin che addirittura è sul punto di convolare a nozze con la sua ultima fiamma, Margot Dickey, contro tutti i possibili pronostici, e Nero Wolfe che si spinge fino ad abbandonare la calda e confortevole casa di arenaria grigia per affrontare, meraviglia delle meraviglie, neve, freddo e intemperie pur di portare a compimento la disperata impresa di salvataggio del suo segretario e fidatissimo assistente e dissuaderlo da ogni proposito matrimoniale. Sotto e dietro a tutto questo in piena atmosfera natalizia l’immancabile fitto mistero da dipanare.

Nel 1975 è ancora Agatha Christie a regalarci, proprio sotto Natale, l’ultimo romanzo della serie di Hercule Poirot, Sipario, dove la scrittrice fa morire il suo celebre e indimenticabile protagonista. Nelle intenzioni della Christie il romanzo sarebbe dovuto essere pubblicato postumo ma in extremis, a meno di un mese dalla sua stessa morte, stabilisce diversamente e decide di lasciare questo mondo regalando l’ultimo indimenticabile omaggio ai suoi lettori.

Nel 1998 invece esce in prima edizione in Italia un altro classico della letteratura poliziesca di Ed McBain alias Evan Hunter, Natale all’87° Distretto. Il romanzo parte, come sempre, con un incipit sommesso. Siamo all’interno del distretto più famoso della storia e il detective Steve Carella sta per scoprire che quello, decisamente, non sarà un Natale come tutti gli altri. Eh sì, perché nel mezzo della notte più tranquilla dell’anno nella guardiola dell’87° finiscono niente di meno che Joseph e Maria, in compagnia di tre personaggi inquietanti straordinariamente simili ai Re Magi, con al seguito addirittura un ragazzino che tiene al guinzaglio una pecora.

Nel 2004 è invece lo scrittore franco italiano Serge Quadruppani a stupirci con il suo La Notte di Babbo Nataledove, nella sera della vigilia, Babbo Natale in persona bussa alla porta della famiglia Boutonnier, con grande gioia dei bambini. Ma presto già a pagina 10 le cose cambiano vorticosamente e l’atmosfera diventa meno idilliaca perché si scopre che sotto le vesti di Babbo Natale si cela un rapinatore, o forse anche qualcosa di peggio. Già, perché il malintenzionato non solo prende in ostaggio gli invitati, non solo sembra intenzionato a compiere un furto in cassaforte, ma addirittura collega delle cariche di esplosivo a ognuno degli ostaggi e li costringe a partecipare a un perverso gioco della verità in chiave drammatica. Tutto precipita ancora quando apprendiamo che il malefico Babbo Natale è niente di meno che l’addetto alla sicurezza delle Twin Towers di New York licenziato diciannove giorni dopo l’attentato terroristico di Bin Laden.

Nel 2005 tocca alla casa editrice Aliberti presentare un insolito connubio nella sua collana Due Thriller per Due Autori, nel volume Delitti per le Feste, due autori si cimentano sullo stesso tema, quello natalizio con due mini thriller. Stefano Tura giornalista e scrittore, corrispondente di guerra in Kosovo, Iraq e Afganisthan firma A Natale ti ammazzo, dove viene narrata la storia di una giornalista ormai affermata diventata amica e confidente dei suoi affezionati lettori. Mentre Maurizio Matrone, poliziotto, pedagogo e scrittore ci racconta nel suo Che Bomba!, come una normale notte di Capodanno si possa trasformare in un incubo nei pressi della stazione di Bologna.

Nel 2006 Paolo Brera pubblica un curioso romanzo Il veleno degli altri, perfettamente in bilico tra il giallo, il noir e il romanzo psicologico. Una giovane donna con un’occupazione provvisoria è costretta ad assistere alle trame della sua perfida datrice di lavoro che aggiunge il danno alla beffa portandole via il ragazzo. Come nella migliore tradizione gialla però non è solo la ragazza a nutrire un cocente desiderio di vendetta, ma i possibili candidati sono molti, anzi moltissimi. E siccome la vendetta è un piatto che va consumato freddo ecco che allora il momento per il delitto perfetto viene fissato proprio per il party aziendale della vigilia di Natale.

Insomma, dopo tutto questo, io al posto vostro questo Natale presterei bene attenzione a quello che bevete, a quello che mangiate e soprattutto a certi sguardi obliqui dei vostri più stretti parenti, in particolar modo se avete appena fatto testamento.

Buon Natale e Felice Anno Nuovo, sperando che il 2007 non vi colga, davvero, Conciati per le Feste…