Dopo opere classiche di grandi autori, da Shakespeare a Tennessee Williams, da Stoppard a Wilde, gli Imperfect Speakers propongono stavolta un "giallo" di Agatha Christie, The Hollow (Il rifugio), trasposizione teatrale, realizzata dall'autrice stessa, del romanzo Poirot e la salma. Le rappresentazioni avranno luogo in San Matteo giovedì 19 aprile alle 9.30 per le scuole, venerdì 20 aprile alle 21 per il pubblico adulto, sabato 21 aprile ancora alle 9.30 per gli istituti scolastici e alle 21.

Biglietti in vendita un'ora prima dello spettacolo che sarà recitato, come detto, in lingua originale inglese con sopratitoli in italiano.

Protagonisti della pièce: Nadia Amendola, Barbara Barocelli, Gabriele Castagnetti, Marco Dotti, Fiorenza Fava, Gloria Rossi, Roberta Rossi, Shimon Sarra, Annalisa Scrivani, Marco Solenghi, Paolo Stabellini e Marco Zappia. La regia è di Ugo Bruschi, colonna sonora a cura di Pierangelo Bertoletti. Staff tecnico: Barbara Boselli, Chiara Cappa, Valter Carini, Anna Magistretti e Luca Stabellini. Consulenza linguistica di Marco Ruspoli.

Gli Imperfect affrontano, come si diceva, per la prima volta il genere giallo anche se qui si tratta più di commedia sofisticata con un incidentale cadavere. L'omicidio avviene il più tardi possibile e l'autrice è attenta sino ad allora a disegnare un'atmosfera di brillante conversazione. La recitazione incentrata sull'immedesimazione è al centro del lavoro. Gli altri linguaggi sono al suo servizio. L'ambiente è quanto mai reale, in una descrizione quasi calligrafica e in una collocazione spazio-temporale che afferma a chiare lettere il suo essere inglese, intorno al 1950.

Coerentemente anche i costumi richiamano le raffinate eleganze del tempo (con abiti in parte d'epoca, in parte rielaborati per adattarsi a quelle linee) e assecondano il complesso schema vestimentario della società un po' aristocratica che domina la pièce (così ad esempio i personaggi passeranno dalle gonne a ruota degli abiti da città e dei vestiti da sera alle morbide linee dei tweed per le passeggiate in campagna).

La colonna sonora incentrata su standard jazz, ricerca, più che un riferimento cronologico (non escluso), la sottile evocazione di sensazioni di attesa.

In questo testo privo di cattivi, il male è un possibile ospite del cuore di ognuno. E' stata questa la scintilla iniziale del lavoro di ogni interprete: la ricerca del male in potenza nel suo personaggio. Per suggerirlo al pubblico si ricorre anche a piccoli escamotage narrativi, a volte quasi comici: si tratta della punta di un iceberg, il simbolo deliberatamente superficiale di un lavoro più profondo.