Appena l’ho visto, tra l’altro con uno sconto del quindici per cento, l’ho subito preso e acquistato senza tanti tentennamenti. Un Leggero di Peso (qualità) questo libro di E.J.Wagner La scienza di Sherlock Holmes, Bollati Boringhieri 2007.

“La scienza di Sherlock Holmes è una cavalcata lungo le strade battute da Sherlock Holmes che ci conduce attraverso la medicina, la legge, la tossicologia, l’anatomia, la chimica del sangue e l’emergere della scienza forense nel XIX e XX secolo.

Dalla “nitida impronta di un pollice” su un muro bianco nell’Avventura del costruttore di Norwood fino alla traiettoria del proiettile nell’Enigma di Reigate, la Wagner si serve delle avventure del grande detective come trampolini di lancio verso l’esplorazione della vera scienza forense dietro di esse. Si incontrano scienziati, investigatori, esperti di medicina, si esplorano gli antichi miti e il bizzarro folklore che vennero minacciati dall’affermarsi della scienza forense, fra cui la credenza che capelli e unghie crescano dopo la morte, si esamina il ruolo che febbre cerebrale, cani neri e vampiri hanno rivestito nella storia del crimine.

Misteri in stile holmesiano abbondano nel libro. Che cosa accade al dottor eorge Parkman, facoltoso medico e filantropo, che venne visto per l’ultima volta mentre varcava la soglia della Scuola di Medicina di Harvard nel 1849?

Quale segreto nascondeva Joseph Browne Elwell, il noto esperto di Bridge trovato ucciso da un proiettile nella sua biblioteca nel 1920?”.

Basterebbe questa presentazione per far venire l’acquolina in bocca a tutti gli studiosi e amanti del nostro Sherlock. E.J.Wagner è docente di storia del crimine alla Stony Brook University di New York e abbina un metodo scrupoloso di ricercatrice ad uno stile vivace e accattivante. Solita frase per dire che il libro non è palloso e si legge volentieri intessuto com’è di episodi tratti dalla vita di tutti i giorni. Episodi che hanno influenzato, almeno in parte, A.C.Doyle.

Prendiamo, per esempio, la storia del bracciante quattordicenne Charles Walton. Egli dichiara di avere visto all’incrocio di una strada un cane nero straordinariamente grande che lo fissa, trasformatosi poi in una donna senza testa avvolta da un grande mantello nero. Sessanta anni dopo viene trovato morto vicino al luogo della visione inchiodato a terra con un forcone ed una croce incisa nel suo petto. E di un cane eccezionale si parla nel Mastino

dei Baskerville.

“Sherlock Holmes è un maestro supremo di travestimento e di arte drammatica” scrive

la Wagner. Ma non di un’arte pomposa ed istrionica come allora andava di moda nei teatri inglesi sulla falsariga dell’attrice francese Sarah Bernhardt. Piuttosto egli si rifà all’arte della nostra Eleonora Duse, semplice e naturale, tanto semplice e naturale da rifiutare addirittura il trucco da palcoscenico. E a proposito di travestimenti sembra incredibile quello che è successo al dottor James Barry “medico brillante e molto rispettato in età vittoriana”. Quando muore alla venerabile età di ottanta anni si scopre che è una donna! Altro che Sherlock Holmes…

Il periodo di tempo in cui vive il creatore dell’Investigatore per antonomasia è ricco di episodi sconcertanti. Basti per tutti il nome di Jack lo Squartatore che fa la sua apparizione sulla scena del crimine nel 1888, un anno dopo la pubblicazione di Uno studio in rosso, oppure il cosiddetto “Affare Dreyfus” del 1894 che abbiamo conosciuto sui libri di storia con quel tremendo J’accuse di Emile Zola che mi rimbomba ancora nella testa. Insomma questo è un libro a tutto tondo. Ancora una frase fatta per dire che l’autrice passa con sorprendente abilità dai testi di Doyle alla realtà e viceversa, offrendoci uno spaccato evolutivo della scienza per combattere il crimine di cui si è servito ampiamente il nostro Holmes.

Se poi non vi bastasse questo libro ci sono anche ben 25 (venticinque) pagine fitte fitte di bibliografia. Solo l’imbarazzo della scelta…

 Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it