“Creato nel 1928 a Londra su iniziativa di Anthony Berkeley, il Detection Club divenne ben presto non solo la più prestigiosa associazione di scrittori di romanzi polizieschi, ma anche un’accademia del genere giallo che stabiliva regole e codice etico. I membri originari, tutti celeberrimi, erano rigorosamente autori di “detective novels”, termine che non includeva romanzi d’avventura, thriller o storie in cui l’indagine su un delitto non era l’elemento principale, ma col passare del tempo tale requisito non venne più richiesto”. Presidenti prestigiosi G.K. Chesterton, E.C. Bentley, Dorothy L. Sayers, Agatha Christie, Julian Symons ecc…

Chi è il colpevole? di A.A.V.V., Polillo 2009 è un giallo scritto a più mani ( precisamente quelle di A.Berkeley-M.Kennedy-G.Mitchell-J.Rhode-D.L.Sayers-H.Simpson, soci del suddetto Detection Club) dove gli autori si divertono a mettere in campo i detective da loro creati con la trovata che “ciascuno prende a prestito il personaggio e lo stile narrativo dell’altro”.

Si parte con John Rhode su invito di Milward Kennedy. Praticamente un prologo in cui “viene raccontato l’omicidio di Lord Comstock, potente e detestato magnate della carta stampata. Il delitto è stato commesso nella sua dimora di campagna mentre il segretario era impegnato nell’ufficio accanto e alcuni importanti personaggi si trovavano in un paio di salottini della villa in attesa di essere ricevuti”.

Non manca tutta una serie di probabili sospetti a partire dai “personaggi” suddetti, per continuare con il segretario, il maggiordomo, il giardiniere ed una misteriosa signora. E non manca la classica cartina del luogo in cui è avvenuto il delitto. Scotland Yard, non sapendo venire a capo del mistero, chiama in aiuto alcuni famosi detective…

Si continua con Helen Simpson che si serve di Mrs Bradley, creatura della Mitchell, per condurre le indagini. Adela Bradley (sessantaquattro anni, mi pare), zia di Sally, una vivace ragazza diciassettenne, la ritroviamo (per chi già la conosce) ingioiellata, con la voce chioccia ed una serie di vestiti appariscenti che servono all’autrice per spunti ironici come quando con l’abito blu reale assume l’aspetto di una lucertola travestita. Si incarica di difendere il segretario Mills e alla fine attraverso il suo diario espone la tesi sull’assassino. Ricostruzione chiara ma che non può essere provata.

Si prosegue con la Mitchell che tira fuori Sir John Saumarez della Simpson…e ormai sapete il giochetto. Per cui seguirà Mr. Roger Sheringham seguito passo passo dalla Sayers e dunque Peter Wimsey accompagnato a sua volta da Berkeley. Resta la Kennedy per la conclusione finale dopo avere tirato le fila di tutto l’ambaradan.

Ricostruzioni sottili e sapientemente ingarbugliate, sospetti, dubbi, incertezze, verità, mezze verità, tabelle orarie, personaggi sbozzati con tocchi di classe (da favola il Mr. Ffulke Tweedle della Sayers “progettato in un momento in cui la natura, avendo smarrito la riga, si era trovata con solo un compasso a portata di mano”. Bello tondo da tutte le parti). Tutto un vortice di deduzioni e controdeduzioni.

Una chicca. Un gioiello. E le cellule grigie co’ ‘apelli arruffati, l’occhi di fori e la bocca spalancata.

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