Questo film trae spunto dal libro Miliardari per caso di Ben Mezrich e, a quanto si dice, dalle carte processuali delle suddette dispute legali. In realtà pare che la ricostruzione dei fatti non sia propriamente fedele anche perché su certi aspetti le parti hanno mantenuto un efficace silenzio.

D’altra parte la sensazione è che, questa volta, per Fincher la ricostruzione dei fatti più che il fine fosse piuttosto il mezzo, semplicemente uno  stile di narrazione dunque o, se vogliamo, un pretesto per una riflessione sull’ultimo dei media informativi, internet con i suoi figli più o meno legittimi, divenuto ormai il più potente mezzo di comunicazione globale.

Facebook è l’ultimo di quei figli, non il primo ma di sicuro il più diffuso tra i social network, al punto da essere diventato il sito più visitato al mondo dopo google.

“In un modo in cui la struttura sociale è tutto” con il narcisismo spinto verso nuove modalità di autopromozione non poteva che diventare l’idea del secolo.

Lo testimonia la straordinaria diffusione, che potremmo definire virale, di questa comunità virtuale che conta ormai quasi 20 milioni di adepti, che è ormai capace di incidere sulle dinamiche sociali non solo di chi ne fa parte ma anche di quelli che resistono e continuano a respingere gli inviti degli “amici”.

Così come è accaduto in un passato non molto lontano con la diffusione capillare della telefonia mobile anche oggi molti tra gli irriducibili si vanno convertendo, perché è un fatto acclarato che esiste ormai un livello di relazioni, non solo private, che si svolge solo ed esclusivamente sui social network per cui rifiutarne l’affiliazione, seppure per sensatissime ragioni o per leciti timori, rischia di precluderci delle possibilità ed escluderci “dal giro che conta”.

Fincher ci racconta la storia di uno studente diciannovenne, ossessionato dai club esclusivi di Harvard.

Ci descrive l’ultimo arrivato nell’Olimpo degli dei della Rete, Mark Zuckerberg, come un giovane smanettone di Harvard preso dall’umanissimo desiderio di appartenenza, dalla voglia di piacere e dal bisogno di rivalsa nei confronti della ragazza che l’ha lasciato.

Il vero Zuckerberg pare non si sia piaciuto e c’è da crederci perché è più facile accettare di apparire come uno “stronzo” o uno che “fa di tutto per sembrarlo” riuscendoci benissimo che come un introverso dalle limitate abilità sociali, misogino e vendicativo, mosso dall’invidia per la vita sociale del suo miglior amico. 

La narrazione, come si diceva, non suggerisce da che parte stare anche se viene spontaneo fare il tifo per il giovane nerd che, dal proprio portatile, vara in rete l’idea del secolo, almeno fino alla prossima perché c’è da aspettarsi nuove e sostanziali trasformazioni, sempre più rapide e dalla dimensione sempre più globale perché il secolo in fondo, è appena cominciato e la rete diventa uno strumento sempre più potente e democratico.

Lo sceneggiatore Aaron Sorkin ha ammesso candidamente che non conosceva facebook prima di cimentarsi con il film e infatti lo racconta come il prodotto della misantropia del protagonista e questo è forse l’unico giudizio di merito che emerge dal film.

A lui si deve il merito di dialoghi, serrati, nervosi e mai banali, con ritmi da chat-line che catturano lo spettatore e lo inchiodano al centro, equidistante tra le parti, fino alla fine ed in molti danno per certo l’oscar per la miglior sceneggiatura e diverse altre candidature. 

Qualcuno ha anche trovato interessanti analogie con Quarto potere di Orson Welles,  tra tutte l’occhio puntato sul mezzo di comunicazione in questione con i rischi legati al suo effetto dirompente come pure la ricostruzione, tassello dopo tassello, della vicenda e della personalità del protagonista. Mark Zuckerberg,  come Citizen Kane, si ritrova alla fine solo, nella gigantesca “residenza” che ha creato mentre fa un ultimo disperato tentativo di recuperare, nell’unica dimensione relazionale che gli è congeniale, il rapporto con l’ex ragazza.

Dopo un prolungato ostracismo, i tempi evidentemente erano maturi. Era ora che il cinema rivolgesse finalmente la sua attenzione alla rete. Decisamente da vedere.

THE SOCIAL NETWORK

(L’atteso film sulla nascita di Facebook)

Nazionalità: USA - 
Anno: 2010
 Genere: drammatico
 - Regia: David Fincher - 
Adattato dal libro “Miliardari per caso – L’invenzione di Facebook: una storia di soldi, sesso, genio e tradimento” - 
Sceneggiatura: Aaron Sorkin
Cast: Jesse Eisenberg, Andrew Garfield, Justin Timberlake, Brenda Song, Rashida Jones, Joseph Mazzello, Max Minghella, Rooney Mara.