La Polillo Editore nella collana I bassotti continua nella sua opera di “scoperta” di perle nel campo della narrativa mystery e ci presenta ora il romanzo Il verdetto dei dodici (Verdict of Twelve, 1940) dello scrittore britannico Raymond Postgate.

Scrittore, giornalista, autore di opere politiche e saggi storici, nella sua lunga carriera scrisse solo tre gialli fra cui il presente Il verdetto dei dodici, un giallo giudiziario di una donna accusata di omicidio che viene portata in tribunale e la vicenda viene vista attraverso gli occhi e la mente dei dodici giurati.

Nel 1958 da questo romanzo fu tratto un film televisivo dal titolo Verdict of Three diretto da Buzz Kulik con un cast composto tra gli altri da Gladys Cooper, Rod Taylor e Yvonne De Carlo.

L’autore:

Raymond Postgate (1896-1971), nato a Cambridge, in Inghilterra, si laureò al St. John's College di Oxford e divenne giornalista per il Daily Herald. Nel 1920 fu uno dei fondatori del partito comunista britannico, dal quale uscì due anni più tardi per dissidi interni. Dopo un breve ritorno al Daily Herald, tra il 1925 e il 1927 lavorò al Lansbury's Labour Weekly, il giornale del suocero, noto leader laburista. Autore di numerose opere politiche e di saggi storici, Postgate realizzò solo tre romanzi gialli: The Verdict ofTwelve (1940, Il verdetto dei dodici), Somebody at the Door (1943) e The Ledger Is Kept (1953). Il verdetto dei dodici è considerato da Howard Haycraft ed Ellery Queen una pietra miliare della letteratura poliziesca e dal critico Julian Symons una delle 100 migliori crime stories mai scritte.

Grande intenditore di cibo e di vini, Postgate fondò nel 1949 il Good Food Club e due anni dopo editò The Good Food Guide, una guida biennale ai ristoranti della Gran Bretagna che viene tuttora pubblicata dalla Consumers' Association.

la “quarta”:

Uno dei più famosi gialli giudiziari mai scritti, II verdetto dei dodici (1940) è incluso in ogni elenco dei migliori mystery di tutti i tempi. La storia è presto detta: Philip Arkwright, un ragazzino undicenne affidato alle cure dell'odiata zia, muore per avvelenamento. Molti sono quelli che beneficiano economicamente della sua morte, a partire dalla stessa zia per finire con i domestici della casa in cui il bambino viveva. La polizia arriva ben presto alla conclusione che il delitto -perché di questo si tratta - è stato commesso dalla zia, che viene pertanto arrestata e di lì a poco condotta in tribunale per essere giudicata. Ed è qui che emerge tutta la straordinarietà del romanzo. Attraverso gli occhi dei dodici giurati - ognuno con i propri problemi e i propri peccati da nascondere - il lettore assiste all'evolversi del processo, all'analisi delle prove e al mutare del loro atteggiamento, ora favorevole ora contrario, verso l'imputato. "Superbo!" fu l'entusiastico giudizio del critico letterario del New Yorker quando il libro uscì per la prima volta. Superbo, non solo per la qualità della scrittura, ma anche come giallo in sé. "La conclusione del romanzo", ha scritto Bruce Murphy nella sua Encyclopedia of Murder and Mystery, "è una delle più sbalorditive e intelligenti nel suo genere e sarà difficile non ricordarla a lungo".

Raymond Postgate, Il verdetto dei dodici (Verdict of Twelve, 1940)

Traduzione Gabriella Drudi

Polillo Editore, collana I bassotti 93, pagg. 235, euro 13,90

ISBN 978-88-8154-372-4