Forte dell’appoggio dei fratelli Pâris, Jeanne-Antoinette non compie da sola questa straordinaria scalata al potere, ma usa piuttosto, come gradini, uno dopo l’altro tutti i facoltosi e nobili protettori e amanti della conturbante Louise Madeleine de La Motte. Tra questi si contano: il ministro della Guerra, Claude Le Blanc, e il fratello di questi, Cèsar, vescovo di Avranches, Paris, Jean Pâris de Montmartel, banchiere di corte e consigliere di Stato con il fratello, futuro direttore generale del vettovagliamento militare, il già citato intendente generale delle imposte Charles-François-Paul Le Normant de Tournehem, Monsieur Fournier, direttore dei magazzini di Charleville, l’ambasciatore danese in Francia von Wedderkop, il principe Grimberghen, il barone von Graevenbrock e infine il vero cardine della presentazione di Jeanne-Antoinette al sovrano, il valletto di camera di Luigi XV, il già citato Le Bel. Le viene in aiuto in questa straordinaria ascesa anche il tipo di educazione ricevuta, moderna e all’avanguardia, in grado di esaltare i suoi naturali talenti artistici. Dizione, recitazione, canto, musica, danza, disegno, non manca davvero nulla all’istruzione della futura favorita del re.

Non solo, ma la lunga frequentazione dei migliori salotti della capitale ha messo la giovane fanciulla in grado di conoscere ministri e finanzieri, nobili e intellettuali e di acquisire la giusta grazia nel ricevere e intrattenere, caratteristica che farà la sua fortuna. Il recente matrimonio poi, e le prestigiose cariche dell’intera famiglia de Tournehem, il fratello di Charles Guillaume è infatti tesoriere della Zecca reale, contribuiscono ad aprire definitivamente per la neo Madame D’Etiolles le prestigiose porte dei migliori e più esclusivi salotti dell’aristocrazia, frequentati da personaggi del calibro di Montesquieu, Voltaire, Richelieu. Non passa nemmeno un anno dal suo insediamento a corte che Madame de Pompadour, la grande favorita del Re, è già in grado di ripagare il primo dei suoi debiti di riconoscenza, ottenendo per il padre-protettore Le Normant de Tournehem la prestigiosa carica di direttore degli Edifici reali con il relativo appannaggio e il diritto di cessione, carica che poi passerà al fratello di Jeanne-Antoinette, Abel Poisson, futuro marchese de Vandières.

Ma, inevitabilmente, gli oppositori a corte non mancano, alcuni dei quali sono irriducibili: il conte e il marchese D’Argenson, rispettivamente ministri della Guerra e degli Esteri, il conte di Maurepas, ministro della Casa Reale e molti altri notabili e potenti che non perdonano alla Pompadour le sue origini borghesi. Molti ostacoli vengono rimossi direttamente dal re, che intercede presso la regina perché accetti Madame de Pompadour come dama soprannumeraria e ottiene dalla principessa di Conti che presenti e tenga a battesimo la favorita durante le cerimonie di corte. Tutti debiti che comunque Madame de Pompadour ripaga intercedendo a sua volta verso il sovrano perché conceda cariche e onorificenze ai suoi protettori, come la promozione a generalissimo del principe de Conti. Nel frattempo, anche gli ambasciatori dei Paesi stranieri che soggiornano alla corte di Versailles iniziano a mandare i loro rapporti alle varie potenze straniere legate alla Francia e, come osservatori, non possono che riportare la crescente influenza che la nuova favorita ha presso Luigi XV e la sua straordinaria capacità di intervenire praticamente in qualsiasi affare di Stato. La potenza della Pompadour presto diviene nota in tutta Europa.

Consapevole che le sue grazie e le sue arti amatorie non le preserveranno in eterno il favore del sovrano, Madame de Pompadour è infaticabile a corte nell’organizzare e inventare sempre nuovi divertimenti e diversivi per un re dal carattere ombroso, pigro e indolente, giungendo perfino a inaugurare una compagnia teatrale permanente per l’allestimento di opere delle quali cura personalmente la scelta e la messa in scena. La compagnia di attori è costituita interamente da nobili, più o meno precettati, che però recitano a livello semi professionale e riescono a rappresentare validamente opere anche impegnative di autori noti e prestigiosi quali Molière, Voltaire, La Chaussée, Dufresny, Dancourt, Bourgeois, Crebillon. Il re è piacevolmente divertito da questa novità e vede con favore il fervente attivismo della favorita, che allestisce per lui rappresentazioni sempre nuove e diverse, dall’opera alla tragedia, dalla canzone al balletto, al punto da concedere alla famiglia Poisson sempre nuove onorificenze, donazioni e riconoscimenti, come il marchesato di Marigny per il fratello di Jeanne-Antoinette, la capitaneria di Grenelle per il padre, il nuovo castello di Crécy per la favorita, con la facoltà di arredarlo e ristrutturarlo come meglio crede.