;;;;Probabilmente è un pericolo molto reale, e personalmente cerco di esorcizzarlo esplorando continuamente altri filoni della narrativa di genere. A esclusione di storie western (proprio non mi ci vedo col cappellone e gli speroni) e storie “rosa” (sarà un pregiudizio maschilista, ma per quelle bisogna essere una donna) praticamente ho scritto di tutto, dall’horror alla fantascienza all’avventura, al fantasy.

Infine, giusto per non perdere i contatti con la “nostra” realtà, accendiamo un attimo un riflettore su quello che sarà il “dopo” romanzo. La promozione, si sa, spetta alla casa editrice, con la quale si possono intrattenere rapporti più o meno buoni, a seconda dei casi, ma la presenza dell’autore e il suo rapporto diretto con il pubblico, gli addetti ai lavori, i critici e i giornalisti è ancora importante. Oppure in quest’epoca di massificazione, comunicazione di massa su vasta scala e eccessivo ricambio di titoli e proposte in libreria, fatti i dovuti conti, diventa tutto inutile?

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 ;;;;Un best seller si può costruire a tavolino, e gli addetti ai lavori sanno benissimo come si fa e lo fanno. Solo che costa molto, e anche le grandi case editrici si muovono solo per un libro all’anno, non di più. E comunque una fregatura si può dare una sola volta, anche perché i lettori sono sempre gli stessi. L’autore non ha molto spazio di manovra: può lanciarsi in una personale campagna “virale” su internet, magari avvalendosi della collaborazione di qualche amico volenteroso, offrirsi per presentazioni ecc. ma questo costa molto tempo, e il ritorno non è quasi mai pari allo sforzo. Ne resta poi di tempo per scrivere? Io penso che, fatta salva una discreta disponibilità a interagire con quei lettori che lo chiedano, scritto un libro e affidatolo agli incerti destini della carta stampata, sia molto meglio dedicare le residue energie a scrivere un altro libro.

Ora che, in un certo senso, abbiamo contribuito a chiarire le idee agli autori in erba, quale delle tue opere ti sentiresti di consigliare come esercizio di lettura, e soprattutto “perché” ? In fondo, chissà mai, potrebbe essere davvero che, leggendoti, qualcuno possa carpire i tuoi segreti. Oppure pensi che è qualcosa che proprio non si possa fare, nemmeno volendo?

 ;;;;Mah, non credo di avere segreti particolari. Forse un modo mio di raccontare certe storie, quello sì, e di certo un uso personale del linguaggio. Ma a che varrebbe appropriarsene? Anzitutto nel tempo che ci si mette io avrò probabilmente già cambiato entrambi. Se qualcuno vuole leggermi preferirei che lo facesse per il piacere di lasciarsi trascinare dalla fantasia, più che per usi pratici. Comunque a un amico raccomanderei di non perdersi La donna sulla luna, tra le altre cose. In quel romanzo l’equilibrio tra storia e fantasia è probabilmente il più felice.

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