Era improbabile che lei avesse osato dirmi che non era stata a Baskerville Hall se invece vi era stata, poiché le sarebbe servito un calesse per il tragitto, e non avrebbe potuto fare ritorno a Coombe Tracey prima dell’alba. Un viaggio del genere non poteva rimanere segreto. Era dunque presumibile che stesse dicendo la verità, o almeno una parte della verità. Mi congedai, confuso e scoraggiato. Mi trovavo di nuovo in un vicolo cieco, come accadeva ogniqualvolta imboccassi una pista per realizzare lo scopo della mia missione. E ciononostante, più pensavo al viso della signora e al suo comportamento, più sentivo che mi era stato tenuto nascosto qualcosa. Perché era impallidita? Perché aveva ostinatamente negato ciò che poi era stata costretta ad ammettere? Perché non aveva parlato, al momento della disgrazia? Sicuramente la spiegazione di tutto questo non poteva essere tanto innocente quanto lei voleva darmi a intendere. Per il momento non potevo procedere oltre in quella direzione, ma dovevo ritornare a quell’altro indizio che mi portava fra le costruzioni di pietra sulla brughiera. E questa era una direzione decisamente molto vaga. Me ne resi conto mentre percorrevo la via del ritorno, osservando che tutto il paesaggio, una collina dopo l’altra, recava segni dei popoli antichi. L’unica indicazione di Barrymore era stata che lo sconosciuto dimorava in una di queste casupole abbandonate, e ve n’erano centinaia sparse in lungo e in largo per la brughiera. Ma io avevo per guida la mia esperienza personale, giacché avevo visto con i miei occhi quell’uomo ritto in piedi sulla sommità del Black Tor. Quello, dunque, sarebbe stato il punto d’inizio della mia ricerca. Dovevo partire da quel luogo per esplorare ogni singola costruzione della brughiera, finché non fossi approdato a quella giusta. Se al suo interno avessi trovato quell’uomo, avrei saputo direttamente dalle sue labbra, puntandogli contro la mia rivoltella se fosse stato necessario, chi era e perché ci stava spiando da tanto tempo. Poteva sfuggirci tra la folla di Regent Street, ma si sarebbe trovato in difficoltà sulla distesa solitaria della brughiera. D’altra parte, se avessi trovato l’abitazione ma non il suo inquilino, avrei dovuto trattenermi, per quanto potesse essere lunga l’attesa, fino al suo ritorno. Holmes se l’era lasciato sfuggire a Londra. Per me sarebbe stato davvero un trionfo se fossi riuscito ad acciuffarlo, laddove il mio maestro aveva fallito. Avevamo avuto il fato avverso più volte durante questa indagine, ma ora finalmente mi venne in aiuto. E il messaggero della buona sorte altri non fu che Mister Frankland, fermo in piedi, coi suoi baffi grigi e la sua faccia rossa, fuori dal cancello del suo guardino, che si apriva sulla strada che stavo percorrendo.

- Buon giorno, Dottor Watson! – gridò con insolito buon umore. - Deve proprio far riposare i cavalli, ed entrare a bere un buon bicchiere di vino con me, così mi farà le sue congratulazioni. Provavo per lui sentimenti non certo amichevoli dopo che avevo saputo come si era comportato con sua figlia, ma ero impaziente di mandare a casa Perkins e il calessino, e questa era una buona opportunità. Dunque scesi, e inviai un messaggio a Sir Henry informandolo che sarei rientrato a piedi per l’ora di cena. Poi seguii Frankland in sala da pranzo.

- E’ un gran giorno per me, signore! Uno dei giorni da scrivere a caratteri d’oro nell’albo della vita – esclamò ridacchiando più volte. – Ho riportato una duplice vittoria. Intendo fargli vedere, a questa gente, che la legge è la legge, e che c’è un uomo, qui, che non ha paura di invocarla. Ho stabilito un diritto di transito attraverso il parco del vecchio Middleton, proprio nel bel mezzo, signore, a neanche cento iarde dalla porta di casa sua. Che ne pensa? Faremo vedere a questi magnati che non possono calpestare i diritti della gente comune, e che diamine! E ho fatto chiudere il bosco dove gli abitanti di Fernworthy andavano a fare i pic-nic. Quei mascalzoni se ne infischiano dei diritti di proprietà, e credono di poter scorrazzare dove più gli piace con le loro cartacce e le loro bottiglie. Entrambe le cause sono state discusse, signore, e le ho vinte ambedue! Non godevo di una giornata come questa da quella volta in cui feci condannare Sir John Morland per aver infranto la legge, perché aveva sparato nella sua conigliera. - Come diavolo c’è riuscito? - Vada a leggersi i verbali, signore. Ne vale la pena. Frankland contro Morland, Tribunale della Regia Corte. Mi costò duecento sterline, ma il verdetto diede ragione a me. - E ne trasse qualche vantaggio? - Nessuno, signore, nessuno. Sono orgoglioso di affermare che non avevo alcun interesse nella faccenda. Io agisco esclusivamente per senso di dovere civico. Non ho alcun dubbio, per esempio, che quelli di Fernworthy bruceranno la mia effigie questa notte. L’ultima volta che l’hanno fatto, ho detto alla polizia che si dovrebbero impedire queste manifestazioni di pessimo gusto. Il commissariato della contea è in condizioni scandalose, signore, e non mi ha garantito la protezione a cui avevo diritto. Il caso di Frankland contro la Regina porterà la questione all’attenzione dell’opinione pubblica. Gli avevo detto che avrebbero avuto occasione di rimpiangere il modo in cui mi hanno trattato, e ho mantenuto la parola. - E come? – domandai. Il vecchio assunse l’espressione di chi la sa lunga.