La maschera dell’assassino di Harry Carmichael, Mondadori 2014.

“Una curva pericolosa. Due auto in rotta di collisione. Tre persone a bordo. Questa la situazione di una nebbiosa serata nella campagna inglese, lungo la strada che sale verso la sommità di una collina. Tirando le somme: da una parte due fratelli, incolpevoli, che se la cavano con qualche ferita e contusione; dall’altra uno sconosciuto, responsabile dell’incidente, morto schiantandosi in fondo a una scarpata e rimasto carbonizzato nel rogo della sua auto”.

Il morto sembra essere David Bennett che non è ritornato a casa dopo una riunione di scapoli che si tiene il primo mercoledì del mese. La bella moglie Ruth è in tensione e, agli occhi dell’ispettore Long, appare in conflitto dentro di sé, come se nasconda un segreto. Comunque c’è qualcosa che non quadra, l’orologio è di Bennett ma non le chiavi di casa, e poi incidente o assassinio come nel caso Rouse, dove un barbone era stato prima colpito alla testa, poi infilato in macchina mandata a fracassarsi e bruciare?

A dare una mano alle indagini John Piper (un po’ giù di corda per la lontananza della moglie), amico di Bennet, che lavora nel ramo delle assicurazioni, a cui si aggiunge Quinn del “Morning Post”. La ricerca della verità è accurata, precisa (soprattutto sul fronte degli orari), si provano tutte le piste, entra in scena, dopo l’ispettore Long, anche il sovrintendente Straw e il sergente Floyd. Praticamente due iniziative parallele, quella della polizia e quella dei due amici. Alla fine l’inchiesta, le deposizioni dei testimoni e il classico colpo a sorpresa finale.

Un bel giallo che gira intorno alla identità del morto.