Diavoli di donne di Jim Thompson, Einaudi 2014.

“Ero sceso dall’auto e stavo correndo verso la veranda quando la vidi. Sbirciava dalle tendine della porta-finestra, e un lampo illuminò per un istante i vetri scuri, incorniciandole il viso come in un ritratto. Certo, non era un capolavoro: tutto fuorché una bellezza. Ma c’era qualcosa in lei che mi prese subito al laccio. Inciampai in una crepa dell’asfalto e ci mancò poco che finissi per terra. Quando alzai di nuovo gli occhi era sparita, e le tendine erano immobili”.

Inizia l’avventura di Frank “Dolly” Dillon, commesso viaggiatore in una città dell’America profonda, raccontata in prima persona. Chiaro che suona alla porta, aspettandosi di rivedere quel viso. Niente da fare. Davanti a lui “una vecchia zitellaccia con un naso a becco da rapace e gli occhietti ravvicinati e cattivi”. Però sua nipote c’è in casa e può pagargli un bel servizio di posate, secondo la strega. Come? In quel modo, via. Si chiama Mona Farrell, giovane sfruttata che si appoggerà completamente a lui per cercare uno spiraglio di vita.

Dunque Frank, Mona e la moglie Yoice, “una puttana pigra ed egoista”. Aggiungo Staples “un piccoletto sulla cinquantina, brizzolato, grassoccio, con una bocca dai tratti quasi infantili”, suo datore di lavoro dal tono “pacato, tranquillo, mellifluo”. E ci metto pure Pete Hendrickson in debito con la ditta di Staples che farfuglia con le parole. Bastano e avanzano per costruire una storia assurda e di disperata follia. Soprattutto se al centro dell’attenzione ci sono centomila dollari, buoni pure oggi ma favolosi negli anni Cinquanta.

Insomma questo Frank vive in una casa, o meglio in una “topaia di quattro stanze” con un giardinetto pieno di erbacce. Topaia sudicia da far schifo che la mogliettina non fa un tubo. Gancio sinistro e il rapporto si spezza. Come si spezza il rapporto con Staples (fregare sui conti non va bene per niente). Un po’ di galera, via, ma poca poca che la “baldracca” della moglie mette a posto le cose rifondendo i quattrini rubati (perché è ritornata?). E qui mi fermo.

Personaggio sontuoso il nostro Frank, nel senso della costruzione: piagnucola sulla sfortuna della sua vita, si contorce cercando di uscire dal letamaio in cui sguazza con la ragazza che si è afferrata a lui, trova giustificazioni assurde ai delitti che compie nel destino crudele avverso, perde il senso della realtà tra whisky e birra fino al delirio e allo sdoppiamento finale imprevedibile.

Un libro che prende e ci scaraventa nell’oscuro abisso dell’uomo.