Si avvicina fine mese e come ormai e nostra norma vi anticipiamo copertina e titolo del prossimo romanzo apocrifo che verrà pubblicato da Mondadori nella sua collana da edicola Il Giallo Mondadori Sherlock.

Ai primi marzo sarà infatti il turno di Sherlock Holmes e la congiura dell'oppio di Jason Cooke (euro 4,90).

Difficile dedicarsi all’apicoltura, per uno che si chiama Sherlock Holmes. C’è sempre un nuovo caso di vitale importanza a distoglierlo dal suo volontario ritiro nel Sussex. Questa volta è il fratello Mycroft, per conto del governo, a richiedere la sua consulenza per decifrare enigmatiche intrusioni avvenute nelle residenze di sir Edward Muster, uomo d’affari di origini tedesche con interessi nel settore farmaceutico. La questione è delicata e occorre muoversi con la massima cautela. Corre l’anno 1912, e i rapporti già tesi fra Impero germanico e Regno Unito sono complicati dal conflitto sulla messa al bando del commercio dell’oppio, che danneggerebbe gravemente l’economia britannica. Ecco la ragione dell’improvviso arrivo a Londra del celebre investigatore: proporre al vecchio amico e biografo ufficiale di riportare in servizio la collaudata coppia. Più che prevedibile la risposta del dottor Watson, prontissimo ad affiancarlo in un’indagine pericolosa nello scenario di un’Europa sull’orlo dell’abisso.

Dall'appendice al volume Sherlock Holmes e la congiura dell'oppio a cura di Luigi Pachì:

Sherlock Holmes: dall’apicoltura alle cospirazioni internazionali

In questo romanzo apocrifo Jason Cooke distoglie Sherlock Holmes dal suo “pensionamento” di nove anni nel Sussex per via di un caso che lo vede indagare per conto del fratello Mycroft e del governo britannico. Siamo nel 1912 e pericolose cospirazioni creano tensioni che porteranno in seguito alla Prima Guerra Mondiale. Viene da sorridere se si pensa quanto poco tranquilla sia la vita ritirata di Holmes nella contea meridionale dell’Inghilterra. La sua passione per l’apicoltura viene spesso messa in disparte per via di nuove indagini che la produzione apocrifa nel corso degli anni gli sottopone; non ultima anche quella recentemente apparsa in questa collana (Sherlock Holmes at the Raffles Hotel di John Hall).

Nel caso di Sherlock Holmes and the Morphine Gambit, il dottor Watson lo presenta come il più intrigante caso di spionaggio e controspionaggio che abbia mai avuto modo di narrare.

Tutto ha inizio il 17 febbraio 1912 quando, dopo un anno che i due non si vedono, Holmes avvisa il suo amico e biografo - tramite consueto telegramma - del suo imminente arrivo a Londra. Certo è comodo contare sull’appartamento di Watson in Queen Anne Street, quando si torna nella capitale!

Come si conviene in queste avventure, la visita del Consulting Detective non è però di piacere, poiché Mycroft gli ha chiesto di indagare su un finanziere tedesco che ha subito spiacevoli visite nei suoi appartamenti. Holmes e Watson partono da Queen Anne Street in direzione della stazione di Liverpool Street, dove prenderanno il treno per Cromer nel Norfolk per raggiungere, nel villaggio di Overstand, Sir Edward Muster, il finanziere coinvolto nei fatti e ben noto nella City per la sua posizione prominente. La sua casa di Cromer, ma anche quella del distretto londinese di Belgravia, ha ricevuto ospiti poco graditi che hanno messo tutto sottosopra. Curioso notare come l’autore abbia voluto scegliere la location di Cromer che porta con sé un piccolo aneddoto legato al romanzo La maledizione dei Baskerville. Quello che può essere definito uno dei casi più noti del canone aveva visto il suo autore, Arthur Conan Doyle, di ritorno dal servizio della Guerra Boera a bordo della SS Briton fare amicizia col giovane e promettente giornalista Bertram Fletcher Robinson per il quale, nell'edizione di The Hound of the Baskervilles pubblicata su The Strand Magazine, fa inserire una nota a piè di pagina, dove lo ringrazia per avergli fornito spunti importanti sia per la stesura del soggetto che per l'ambientazione della trama. Proprio con Bertram Fletcher Robinson, nel marzo del 1901, Doyle passa una vacanza golfistica al Royal Links Hotel di Cromer nel Norfolk, luogo ripreso in questo romanzo come abitazione di Sir Edward Muster.

Nella prima parte del romanzo Jason Cooke costruisce un intreccio che vede Holmes indagare più alla ricerca dei particolari che giustificano le effrazioni in un’ottica da indagine poliziesca che non da spy-story, come invece successivamente accade. Per l’occasione viene “rispolverato” anche Wiggins, il leader dei Baker Street Irregulars, che ormai tanto ragazzino non è più e che si adopera una volta di più per scoprire i segreti celati dietro al civico 554 di Bethan Green Road. In questo frangente c’è modo e spazio per dipingere atmosfere e luoghi con uno sforzo interessante. Per esempio, nel tragitto che separa i due amici e colleghi verso Liverpool Street Station, Jason Cooke è abile nel descrivere quei cambiamenti che attraversano il periodo tardo-vittoriano: gli Horse-Drawn Cab, le carrozze coi cavalli, sono ormai in declino e il rumore dei motori con i loro gas di scarico disegnano una capitale inglese in piena crescita e dove le strade principali cominciano a essere molto meglio percorribili, rendendo gli spostamenti su ruota più piacevoli che in precedenza.

Si diceva che la prima parte del romanzo verte molto sulle consuete abilità deduttive del Nostro, in questo caso supportate dall’ispettore Jackson, il capo ispettore Carlise e il sergente Waker del distretto di Norfolk. L’attenta disamina dei fatti, in questo frangente, porta Holmes verso interessanti conclusioni. Nel frattempo Sir Edward non vuole spiegare il motivo del suo viaggio in Olanda e in Germania il mese precedente agli strani accadimenti avvenuti all’interno delle sue proprietà, anche se assicura a Holmes e al suo biografo che si è trattato di un normale impegno di lavoro. Holmes si prepara a lasciare di nascosto Norfolk per recarsi a Belgravia, nel distretto della Central London nella City of Westminster, non prima di aver cenato con Sir Daniel Everard e altri ospiti di Sir Edward. Il modo di comportarsi di Sir Everard mette in allarme Holmes e da questo punto in poi le indagini prendono una strada molto più tortuosa. L’autore costruisce un plot che mette in evidenza scenari politico-economici che ruotano attorno alla legislazione internazionale del tempo che mirava al bando del commercio dell’oppio. Solo piccole quantità di morfina o derivati dell’oppio sarebbero state esenti dal divieto per il solo uso medico. L’intreccio ben evidenzia come questo tentativo di azione umanitaria guidata dagli americani, in realtà avrebbe avuto forti implicazioni sull’Inghilterra e, in particolare, sull’Olanda, perché il commercio di queste droghe portava ai governi delle due nazioni considerevoli profitti[1]. Anche la cocaina è una componente chiave per l’economia della Germania e Sir Edward, che ha interessi nel campo farmaceutico e non solo, svolge qui un ruolo determinante.

Spionaggio, cospirazioni, corsa agli armamenti, coinvolgimento dell’Intelligence militare, vantaggio della forza navale britannica su quella tedesca, sono altri temi bollenti che infarciscono l’apocrifo di Jason Cooke e lo rendono piacevole alla lettura.

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[1] Le Guerre dell’Oppio avevano già visto all’epoca la luce in due occasioni, vedendo rivali Inghilterra e Impero cinese, a quel tempo sotto la dinastia Qing. La prima di queste guerre avvenne dal 1839 al 1842, la seconda dal 1856 al 1860. L’Impero cinese venne sconfitto in entrambe le guerre e la dinastia Qing fu costretta a tollerare il commercio dell'oppio nel proprio paese firmando con gli inglesi appositi trattati.