Torna Sir Henry Merrivale, capo dei Servizi segreti dell’esercito nato nel 1934 dalla penna di Carter Dickson (John Dickson Carr). “I Classici del Giallo Mondadori” n. 1368, ad aprile in edicola, presenta l’undicesima avventura del personaggio, giunta in Italia la prima volta nel 1965 (Il Giallo Mondadori n. 859).

Stiamo parlando di Fantasma in mare (Nine – and Death Makes Ten, o Murder in the Submarine Zone, 1940).

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Dalla quarta di copertina:

Nove persone affidano la vita al destino in un pericoloso viaggio per mare. A bordo dell’Edwardic, salpato da New York carico di materiale bellico, ci sono donne e uomini con una buona ragione per sfidare l’oceano in tempo di guerra. Ciascuno diretto verso la sua destinazione finale. E c’è anche, poi, la vittima di un omicidio, trovata in un lago di sangue con la gola squarciata. Allora il delitto cambia tutto, trasforma la fortezza galleggiante in una prigione. Non c’è via di fuga mentre il panico dilaga e le coste britanniche sono ancora lontane. Forse uno spettro si aggira tra i viventi? Lo affermano le impronte digitali: non corrispondono a quelle di nessuno, eppure soltanto qualcuno presente sul transatlantico può averle lasciate. Pane per i denti del burbero e monumentale sir Henry Merrivale, anche lui fra i passeggeri. Chiamato durante la traversata a svelare un mistero che sembra impossibile svelare.

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Ecco l’incipit:

Verniciato in grigio, come le navi da guerra, il transatlantico sostava accanto alla banchina in fondo alla Ventesima Strada Ovest. Era il motoveliero Edwardic, un colosso di ventisettemila tonnellate della White Planet Line; doveva salpare quel pomeriggio in direzione di un “porto britannico”.

Lungo la linea dell’orizzonte, gli edifici di New York brillavano di una luce fredda come la gelida lama di un pattino. Per quanto fosse soltanto l’una del pomeriggio, poche luci mandavano riflessi dalle finestre. L’acqua del porto sembrava untuosa e agitata. Dava l’impressione di poter gelare in pochi attimi il primo malcapitato che ci fosse caduto dentro. E anche il vento, che soffiava dallo squallido posto di dogana, non era molto meglio.

L’Edwardic era un transatlantico dall’aspetto imponente, tozzo e sviluppato in ampiezza, e questo nonostante fosse piuttosto lungo. Le fiancate si curvavano ad arco. Dal posto di dogana sembrava vuoto e spettrale, quasi privo di vita, a eccezione di quella sottile nebbiolina marrone che volteggiava sulla sua unica, massiccia ciminiera. Era il vapore di combustione prodotto dai motori a nafta, subito spazzato via da quel vento pungente. Ponti grigi, alberi grigi, sfiatatoi grigi. Persino gli oblò erano grigi: avvitati e oscurati contro la luce.

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Carter Dickson, pseudonimo di John Dickson Carr (1906-1977), statunitense, è uno dei grandi nell’Olimpo della narrativa poliziesca. I suoi romanzi sono caratterizzati da intrecci ingegnosi, atmosfere fantastiche e una buona dose di humour. Ha vinto l’Edgar nel 1949 e nel 1969 e il Grand Master nel 1962. Creatore dei personaggi di sir Henry Merrivale, detto “il Vecchio”, e del dottor Gideon Fell, è considerato il maestro degli “enigmi della camera chiusa”.

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Fantasma in mare di Carter Dickson (I Classici del Giallo Mondadori n. 1368), 210 pagine, euro 4,90 - Traduzione di Mauro Boncompagni