Nel lontano 2005, Maurizio Tidu scriveva sul nostro sito questo articolo.

L’altro giorno un lettore mi ha contattato dicendomi quanto segue: “Ho trovato su internet un vostro articolo (http://www.sherlockmagazine.it/1662/la-prima-edizione-scomparsa) in cui cercate la prima edizione di Sherlock Holmes: qui ne trovate una scannerizzazione della Braidense di Milano: http://www.braidense.it/dire/sherlock.pdf”.

Per prima cosa ho ringraziato il nostro lettore e ho girato subito dopo questa informazione a Gabriele Mazzoni, che è uno dei maggiori collezionisti in ambito sherlockiano. Reputo importante rendere noto lo sviluppo di questa storia davvero intrigante.

“Dal punto di vista della ricerca bibliografica – mi scrive Gabriele Mazzoni – è passata tanta acqua sotto i ponti, da quella puntata mia e di Tidu del 2005 alla Biblioteca Nazionale di Firenze, pubblicata sul sito SherlockMagazine.it”.

Per riassumere solo alcuni elementi legati al "Verri", ecco cosa è accaduto in più dal 2005 a oggi: “Le mie ricerche – ha evidenziato Mazzoni – ne hanno trovato tracce sia a Firenze che a Catania, nelle biblioteche pubbliche, ma con grande probabilità sono stati sottratti. Un giorno, sfogliando uno dei tanti libri sul Nostro, trovai un trafiletto che ne riferiva la presenza alla Braidense di Milano. Nei cataloghi on line non c'era, così scrissi alla Biblioteca”. Da lì confermarono a Mazzoni che erano in possesso di una copia completa, con copertina anteriore incollata su cartone. Chiese se era possibile averne una scansione (si parla di quasi dieci anni fa) e dopo una strenua contrattazione (dicevano che non era una priorità, ecc.) per 130 euro si accollò i costi per pubblicarla on line in bassa definizione – quella riferita dal lettore – e per avere un CD in alta definizione, da trattenere per la sua collezione. Copia che Mazzoni conserva nel suo archivio tutt’oggi.

“Allora – ha proseguito il noto collezionista – era l'unica copia conosciuta ufficialmente, per cui fu un grande risultato. Dopo allora l'originale sparì per un anno anche dalla Braidense: risultava in restauro, ma nessuno sapeva dove e da chi, per cui la mia azione ‘preventiva’ di scansione risultò fondamentale. Scrissi lettere di fuoco alla direttrice della biblioteca, spiegando di cosa si trattava, ecc. e, magicamente, dopo un anno, come ti ho detto riapparve. Mi sono raccomandato di conservarla tra i libri rarissimi, mettendo regole ferree per la consultazione, e mai in prestito”.

Ma non è finita qui. Dopo questo avvenimento,  Mazzoni ha scoperto che presso la biblioteca di Varese esisteva una seconda copia, in peggiori condizioni, sempre senza copertine escluso la prima incollata. Forse mancante di qualche pagina, anche se non lo ha verificato. “Recentemente – ha proseguito Mazzoni  – mi ha contattato un certo Marco Lanzetta che possiede la terza e ultima copia attualmente conosciuta. Anch'essa con copertina cartonata, ma con le copertine originali al suo interno: è pertanto l'unico esemplare dove si può vedere la seconda copertina originale (ho naturalmente le foto…). Quindi tre copie del 1895, le prime. Ma il bello è che qualche anno fa trovai in vendita presso una libreria antiquaria di Torino una quarta copia, che per soli 20 euro (sic) acquistai. La mia sorpresa fu tanta quando mi arrivò e vidi che il libro era identico a quello della scansione in mio possesso, solo che la copertina originale era diversa”. Questo ha portato alla luce la scoperta che l'editore Verri aveva fatto uscire (come spesso usava ed usa ancora) contemporaneamente sia la versione "di lusso", nella collana Biblioteca Azzurra (le tre prima citate) che la versione "povera" , nella collana "Biblioteca di romanzi celebri" (quella in possesso di Mazzoni). “Ho documentato la datazione di entrambe nell'anno 1895; per i mesi non è possibile farlo, ma potrebbero essere coeve. L'edizione di lusso veniva venduta a una lira, quella povera a 50 centesimi: ma il libro a parte le copertine è identico”.

Appurato tutto questo, possiamo quindi concludere dicendo che, a oggi, conosciamo tre copie di lusso (due in biblioteche pubbliche e una di un privato) e una sola copia povera… quella del collezionista Gabriele Mazzoni! Sempre Mazzoni  ha dimostrato che i tre racconti nel Verri non sono stati tradotti dall'inglese ma dal francese, tratti dalla prima edizione della Svizzera (che lui possiede quasi al completo…) uscita a puntate su La Patrie Suisse dal novembre 1893 al luglio 1894. Vi sono notoriamente molti errori sul “Verri”, ma sempre Mazzoni ha identificato che sono dovuti al traduttore francese, non a quello italiano.