La loro storia è stata diffusa in Italia attraverso la conosciutissima serie animata Occhi di Gatto, andata in onda per la prima volta nel 1985. Soltanto nel 1999 i lettori italiani poterono finalmente leggere il fumetto Cat’s Eye, ben diciotto anni dopo la prima uscita del manga giapponese. Cat’s Eye nacque da un’idea del fumettista Tsukasa Hōjō e venne pubblicato per la prima volta in Giappone nel 1981.
La trama è ben nota: le tre sorelle Kisugi (nel cartone animato italiano il cognome è stato cambiato in Tashikel) sono costrette a condurre una doppia vita. Il giorno sono normali ragazze, impegnate con il loro caffè, ma la notte si trasformano in tre scaltrissime ladre di oggetti d’arte. I loro obiettivi sono le opere del famoso artista Michael Heinz, scomparso nel nulla da molti anni. Le tre gatte infatti non sono altro che le figlie abbandonate dal misterioso artista, le quali sperano di poter rintracciare il padre perduto radunando tutti i preziosi oggetti che egli aveva collezionato. La leader del gruppo, Hitomi (Sheila nella versione italiana), è fidanzata con il goffo poliziotto incaricato di investigare dietro ai furti di Occhi di Gatto. Questa pericolosa relazione permette alle tre ladre di poter sempre (o quasi) prevedere le mosse della polizia. Il fumetto ebbe un grande successo e raggiunse presto il mondo della televisione, diventando un cartone animato. Una prima serie, costituita da trentasei puntate e diretta da Yoshio Takeuchi, andò in onda dal 1983. Nel 1984 venne poi diffusa una seconda serie, formata da trentasette puntate e diretta da Kenji Kodama.
Soltanto gli episodi della prima sono tratti dal manga, mentre quelli della seconda sono completamente originali. Non ci volle molto perché Occhi di Gatto diventasse un successo anche negli altri continenti. Sia il fumetto sia la serie televisiva vennero così tradotti in molte lingue e, come spesso capita nel processo di diffusione dei manga, i nomi dei personaggi vennero cambiati e molte scene censurate. Le due sorelle di Hitomi, Rui e Ai, sono divenute in Italia Kelly e Tati. Curioso è il modo in cui esse sono conosciute in Germania: Rui (in giapponese “lacrima”) è stata ribattezzata come Nami, che non è altro che il diminutivo di Namida, altro termine giapponese per “lacrima”. Ai (“amore” in giapponese) è stato invece tradotto alla lettera: la ladra più giovane è infatti conosciuta dal pubblico tedesco con il nome di Love! Il successo del famoso trio non si fermò tuttavia alla serie anime: la loro storia è stata infatti trasformata in film, il più noto dei quali è forse Cat’s Eye del 1997, diretto dal regista Kaizo Hayashi. Qui Hitomi, Rui e Ai diventano tre ladre tenebrose, più simili a Catwoman che alle allegre e colorate protagoniste del cartone animato. Sono inoltre usciti anche dei libri basati sulla trama del fumetto, come il romanzo Cat’s Eye del giapponese Hideo Takayashiki.
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